Il fascismo e l’islamismo non sono così diversi come si potrebbe credere. Non a caso erano alleati durante la seconda guerra mondiale (anche se in realtà il gran Mufti di Gerusalemme si alleò con Hitler) e a Mussolini venne data la spada di “protettore dell’Islam”.
Ma se l’islamismo, con i suoi nefasti effetti, lo possiamo vedere tutti i giorni, il fascismo eravamo ormai abituati a non considerarlo più come una minaccia. Purtroppo eravamo in errore.
Attenti, lungi da me lanciare allarmi surreali su incredibili minacce islamiste o fasciste. Non siamo minimamente a quei livelli né per l’islamismo né per il fascismo. In Italia i musulmani non superano il 3% della popolazione mentre i fascisti dichiarati non arrivano nemmeno a quella già misera percentuale.
Però… c’è un però. Non possiamo permetterci il lusso di sottovalutare quelli che gli intelligenti chiamerebbero i “pericoli in prospettiva”.
Sul pericolo in prospettiva rappresentato dall’islamismo ne abbiamo parlato più volte e pur ammettendo che la situazione attuale non sia paragonabile ad una “invasione islamica” se guardiamo in prospettiva il rischio c’è eccome. Su questo siamo preparati.
Dove invece non siamo preparati è il pericolo in prospettiva rappresentato dai numerosi rigurgiti fascisti.
Che nel sottobosco italiano ci fossero sacche di fascismo è cosa nota da tempo, ma rimanevano rigorosamente dove erano, cioè appunto nel sottobosco. Da qualche tempo però questa tendenza è cambiata e quei rigurgiti fascisti diventano sempre più intraprendenti ed escono allo scoperto senza paura. Troppo allo scoperto.
La cosa che però lascia stupiti è l’estrema semplificazione che si fa di questi fatti. Si prendono con troppa leggerezza. «Ma dai, il fascismo è cosa del passato» si dice. «Parlare di fascismo e comunismo vuol dire essere fuori dal tempo» dice qualcun altro.
E così i bellimbusti in camicia nera possono tranquillamente minacciare di stupro o di violenza chi si oppone ai loro deliri.
Non mi interessa la polemica sull’editore del libro di Salvini. Pur detestandolo, non credo a un Salvini fascista. Credo invece che Salvini cavalchi un po’ troppo sfacciatamente e pragmaticamente l’odio che queste persone riescono con troppa facilità ad alimentare. Sono quattro gatti ma sembrano mille.
Non mi piace la leggerezza con la quale viene affrontato l’argomento. Non mi piace questo sminuire le azioni fasciste targandole come qualcosa che appartiene al passato e di isolato. E’ vero, sono quattro gatti ma soffiano sul fuoco della disperazione della povera gente, sempre pronti a indicare un nemico da colpire. Tutto partì allo stesso modo nel secolo scorso.
Un ministro dell’interno serio e degno di questo nome non lo permetterebbe e ricaccerebbe i quattro gatti fascisti nel sottobosco da dove sono venuti invece di usarli politicamente.
Sul fascismo dobbiamo tenere alta la guardia esattamente come facciamo per l’islamismo. Non possiamo sminuire nemmeno i piccoli episodi perché è un insieme di piccoli episodi che ne fanno uno importante. Vale per il fascismo come per l’islamismo.
Quindi niente allarmi sproporzionati, niente emergenze inventate, ma occhio vigile e attento su quello che sta accadendo facendo in modo che non si superi la soglia di pericolo sia per il fascismo che per l’islamismo.