La leggenda della potenza navale russa

Non so, in tutta sincerità, perché sino ad ora si è pensato alla marina russa come a un’arma potentissima nelle mani di Vladimir Putin, quando in realtà è uno dei suoi maggiori punti deboli.
Il bilancio delle operazioni effettuate dalla marina russa durante la guerra con l’ucraina è a dir poco fallimentare.
Se è infatti vero che la marina russa ha bloccato con successo i porti e lanciato missili contro obiettivi in tutta l’Ucraina, è altrettanto vero che lungo il percorso ha perso la sua nave ammiraglia del Mar Nero, ha perso una delle sue più importanti navi da guerra anfibia, non è riuscita a garantire il controllo dell’Isola dei Serpenti e non è riuscita a portare avanti operazioni anfibie decisive lungo la costa ucraina.
Il punto di vista strategico
Dal punto di vista strategico, la situazione navale della Russia è cambiata notevolmente negli ultimi mesi. Con l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO, il Baltico è a tutti gli effetti chiuso alla Russia.
In nessun conflitto immaginabile le navi da guerra russe (anche i sottomarini) potrebbero utilizzare il Baltico senza correre il rischio di una distruzione pressoché immediata. L’adesione della Finlandia all’Alleanza Atlantica complica l’accesso russo a nord, consentendo alla NATO di avere una migliore visione delle principali basi navali russe nell’Artico, compresa la flotta di missili balistici. La Russia ha la maggiore flessibilità nel Pacifico, ma il riarmo giapponese e le relazioni sempre più difficili tra Tokyo e Mosca rendono difficile contemplare un’azione significativa.
Anche il Mar Nero è ora pericoloso per la Russia. Se l’Ucraina sopravvive a questa guerra come entità politica, senza dubbio possiederà armi antinave che renderanno pericolose le operazioni. C’è poi da considerare la Turchia che, nonostante i suoi rapporti spesso difficili con il resto della NATO, detiene ora la chiave del potere navale nel Mar Nero.
La flotta di superficie
La flotta di superficie russa è in difficoltà, a partire dalla base industriale. Secondo quanto riferito, la Russia ha annullato l’acquisto di ulteriori pattugliatori del Progetto 22610 per timori legati alle prestazioni. Il periodo medio di costruzione delle fregate Admiral Gorshkov è attualmente di oltre un decennio, e solo tre navi sono state consegnate da quando la prima è stata impostata nel 2006.
Teoricamente la Russia potrebbe acquistare navi da guerra dall’estero (la Cina è il più probabile e, in realtà, l’unico esportatore potenziale), ma questo richiederebbe valuta e anche l’ammissione delle carenze industriali interne, per altro già emerse con l’acquisto di droni e missili dall’Iran.
La flotta esistente ha grossi problemi. Una questione incombente riguarda la portaerei russa Admiral Kuznetsov. Negli ultimi quindici anni la Kuznetsov è stata oggetto di scherno avendo subito diversi inconvenienti meccanici, tra cui vari incendi e il crollo di un cratere. Non lascia il porto dal 2017, il che significa che l’aviazione navale russa ha cessato di esistere. Con i suoi 32 anni non è certo la portaerei più vecchia del mondo, ma è difficile immaginare un lungo periodo di vita anche dopo un eventuale restauro.
Le altre due grandi unità di superficie della flotta sono i due incrociatori da battaglia superstiti della classe Kirov, il Pyotr Velikiy e l’Admiral Nakhimov. Il secondo è stato in fase di revisione negli ultimi due decenni, mentre il primo non ha ancora avuto un ruolo significativo nella guerra.
Le due navi hanno un notevole valore simbolico e la Pyotr Velikiy è stata spesso utilizzata in questo ruolo. Tuttavia, proprio come la compianta Moskva e le sue sorelle, hanno una minima capacità di attacco e sarebbero entrambe ottimi bersagli. Sia le Kirov che le Slava sono comunque molto vecchie e non possono essere considerate come basi plausibili per il futuro della potenza navale russa.
La flottiglia anfibia russa si è dimostrata singolarmente inutile durante la guerra, se non nella misura in cui ha temporaneamente bloccato le forze ucraine a Odessa.
L’incapacità della flottiglia di condurre un assalto a Odessa o di mantenere il controllo dell’Isola dei Serpenti ha dimostrato una significativa carenza nelle capacità russe. La presenza di una grande nave da guerra anfibia a ponte piatto, come la francese Mistral, avrebbe potuto avere un impatto nei primi giorni del conflitto, anche se l’acquisizione da parte dell’Ucraina di un numero considerevole di missili antinave metterebbe ora una nave del genere in notevole pericolo. La Russia ha progettato due navi d’assalto anfibio di dimensioni simili alle Mistral, ma non è scontato che il governo sia in grado di pagare le navi o che l’industria russa possa effettivamente costruirle.
I sottomarini
In compenso, la flotta di sottomarini rimane il fulcro della potenza navale russa. L’industria navale militare russa si è indebolita dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ma la costruzione di sottomarini si è ripresa rapidamente.
I sottomarini convenzionali e nucleari russi restano competitivi con quelli stranieri. Nella guerra contro l’Ucraina, i sottomarini hanno contribuito a imporre il blocco e a lanciare attacchi missilistici strategici contro obiettivi in tutto il Paese. Tuttavia, sebbene i sottomarini possano offrire molto in termini di capacità, non possono sostituire tutte le funzioni di una flotta di superficie operativa.
In conclusione, la storia della potenza navale russa è a dir poco esagerata e c’è una forte argomentazione secondo cui la Russia dovrebbe, nel breve e medio termine, semplicemente abbandonare ogni pretesa di potenza navale. Non ha né i mezzi né il denaro per aggiornare l’attuale flotta o per costruire o acquistare nuove navi. E i sottomarini non bastano per considerare la Russia come una grande potenza navale.