Di nuovo il COVID, di nuovo la Cina che come un regime canaglia qual è se ne frega delle conseguenze globali rispetto alle proprie decisioni e rischia seriamente di scatenare una nuova pandemia, ammesso che quella originale sia finita.
Già all’epoca della pandemia originale Pechino si comportò da stato canaglia, prima negando l’esistenza del virus nonostante fosse arrivato in Europa già nel novembre 2019, poi omettendo la gravità dell’epidemia e la pericolosità del virus con una criminale omissione di notizie che ha poi portato alla pandemia che ha provocato milioni di morti.
Ora Pechino, probabilmente con un ragionamento basato sui numeri demografici, è passato dalla strategia “zero COVID” a liberi tutti. Perché sui numeri demografici? Perché – come in guerra – la Cina è in grado di sopportare perdite umane mostruose senza che la sua economia ne risenta.
A un certo punto i cinesi hanno capito che – economicamente parlando – era più conveniente lasciare che la pandemia facesse il suo corso ma con le fabbriche aperte, piuttosto che risparmiare vite umane ma con le fabbriche chiuse. Un “lusso” che in occidente non ci possiamo umanamente permettere. E non sappiamo cosa stia realmente succedendo in Cina.
Non è bastato quindi affossare ogni indagine sulla esplosione della pandemia e sulle gravi omissioni che sono costate la vita a milioni di persone, ora la Cina torna a fare lo stato canaglia favorendo di fatto l’esplosione di una nova pandemia, anche se nelle ultime ore c’è la corsa a tranquillizzare l’opinione pubblica.
Eppure dovremmo aver imparato che il COVID-19 è un virus estremamente mutabile e per questo pericoloso. Non serve essere scienziati per capirlo.
Una ultima cosa. Quanto sta avvenendo in Cina è la dimostrazione lampante che senza un vaccino “serio” il virus dilaga. E quando e se sapremo la verità sui numeri di morti in Cina allora avremo anche la prova provata che il vaccino se non evita il contagio almeno evita la morte, con buona pace dei no-vax.