Decine di agenti della CIA uccisi. Iran e Cina hanno violato i sistemi

6 Ottobre 2021

Decine di agenti della CIA sono stati uccisi, molti altri sono stati catturati e tantissimi sono stati “estratti” e messi in sicurezza perché compromessi.

È questo il contenuto di un messaggio classificato di cui parla più diffusamente anche un articolo del New York Times inviato a tutte le stazioni della CIA e nel quale si farebbero anche i numeri esatti di questa Caporetto della intelligence americana.

Tuttavia la cosa appare alquanto strana. Scrive infatti il NYT: “il messaggio, in un insolito cablogramma top secret, diceva che il centro di controspionaggio della CIA aveva esaminato dozzine di casi negli ultimi anni che coinvolgevano informatori stranieri che erano stati uccisi, arrestati o molto probabilmente compromessi. Sebbene breve, il cablogramma indicava il numero specifico di agenti giustiziati dalle agenzie di intelligence rivali, un dettaglio strettamente riservato che i funzionari del controspionaggio in genere non condividono in tali cablogrammi”.

Ex funzionari della CIA hanno rivelato che Cina e Iran hanno violato il sistema di comunicazioni classificate dell’agenzia e giustiziato gli informatori presenti in quelle reti mentre altri hanno dovuto essere estratti e reinsediati.

Cosa sta succedendo alla CIA?

Quello che appare evidente da questa notizia (tutta comunque da confermare) è che la CIA sta perdendo decisamente colpi.

In alcuni casi perché non adotta più un tipo di intelligence “tradizionale” e preferisce affidarsi ad una intelligence più “tecnologica” che la espone quindi ad essere violata (come pare essere avvenuto).

Il secondo punto, come conferma la debacle afghana, è che la CIA non riesce più a mantenere buoni rapporti con le intelligence amiche (in questo caso quella pakistana) portandole addirittura a diventare nemiche. Alcuni degli agenti/informatori CIA giustiziati sono da addebitarsi proprio all’ISI pakistana.

Poi alcuni ex funzionari ritengono che le capacità dell’agenzia di contrastare i servizi di intelligence avversari si siano arrugginite dopo decenni di concentrazione sulle minacce terroristiche.

Infine c’è un punto importantissimo di cui però nessuno parla, cioè il reclutamento da parte di agenzie straniere di ex agenti in pensione, reclutamento che avviene a suon di decine di migliaia di dollari e che mette in mano delle intelligence nemiche (soprattutto quella cinese) informazioni spesso sensibili o “grimaldelli” estremamente efficaci per violare l’agenzia.  

Per fare un esempio, nel 2019 l’ex ufficiale della CIA Jerry Chun Shing Lee è stato condannato a 19 anni di carcere per aver fornito segreti al governo cinese, segreti che i cinesi hanno poi usato per arrestare e giustiziare almeno 20 dei suoi ex colleghi. Una azione che ha costretto la CIA a ritirare tutti gli agenti in Cina.

Monica Elfriede Witt, un ex sergente dell’aeronautica, si è venduta all’Iran rivelando diversi segreti e potrebbe aver contribuito all’individuazione di decine di informatori della CIA e del MOSSAD tra cui Mahmoud Mousavi-Majd, un traduttore iraniano accusato di aver passato informazioni sui movimenti delle truppe iraniane in Siria alle intelligence americana e israeliana.

Quindi, ritorno alla raccolta di informazioni sul campo in special modo sui settori della Cina, dell’Iran e della Russia, ricerca di informatori affidabili e maggiore attenzione alla loro sicurezza e infine refresh di tutte le informazioni digitali per evitare nuovi “buchi” nel sistema. Questi sembrano essere i punti cardine sui quali si muoverà a brevissimo l’agenzia.

Paola P. Goldberger

Analista senior con specifiche competente per quanto riguarda il settore intelligence

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