Qualche informazione in più sugli F-35I israeliani che hanno violato i cieli iraniani

30 Luglio 2019

Come avevamo anticipato più di un anno fa con una Breaking News, oggi in molti parlano del sorvolo degli F-35I “Adir” sui cieli iraniani.

Avendo anche già parlato dell’inadeguatezza o arretratezza delle forze armate iraniane che, come la Corea del Nord, si basa principalmente su tecnologia degli anni Settanta – con l’eccezione dei soli missili anti aerei S-300 e i semoventi anti-aerei Tor-M1 (SA-15 “Gauntlet” per la NATO) – non sorprende che gli “Adir” israeliani abbiano voluto umiliare l’Iran con questi sorvoli.

Chi governa il paese islamico sapeva già prima dei media dello smacco subito, segno che Israele può colpire l’Iran in qualsiasi momento.

Anche i moderni sistemi anti-aerei S-300 non hanno potuto nulla con il nuovo caccia e il blocco della fornitura di F-35A alla Turchia da parte americana ha avuto le sue buone motivazioni, visto la consegna degli S-400 a Erdogan.

La missione in territorio nemico ha riguardato più sorvoli su basi militari (ad esempio Teheran ed Esfahan, dove oltre agli aeroporti civili sono presenti anche le basi militari) e possibili siti nucleari, di cui l’intelligence israeliana conosce molto bene.

Si è trattato, oltre che testare le difese iraniane, probabilmente anche di tipiche missioni di ricognizione fotografica, queste ultime svolte da poco e per la prima volta anche dagli F-35B britannici in Iraq su obbiettivi di ISIS ancora presenti nel territorio.

Mentre le consegne di F-35 per Israele proseguono dalla fine del 2016, già nel 2017 la Israeli Air Force, tramite il suo Flight Test Squadron, aveva condotto prove per ricevere la capacità iniziale operativa su sistemi avionici, armi e il rifornimento in volo tramite i vecchi e gloriosi Re’em dalla base di Tel-Nof.

Nel Dicembre 2017 il 140th Squadron è stato dichiarato operativo. Un anno dopo i velivoli avevano già compiuto le prime missioni in Siria. Sempre nel 2018 uno o più F-35 israeliani sorvolavano la capitale del Libano Beirut.

Una leggenda di guerra o fake news dice che nell’ottobre 2017 un F-35I era rientrato nella propria base danneggiato durante un’incursione in Siria. Quello stesso giorno F-15 ed F-16 israeliani colpivano obbiettivi in Siria con la risposta della contraerea mediante il lancio di S-200 ma senza successo. Il danneggiamento dell’F-35 era dovuto a un semplice impatto con volatili, cosa che accade anche per i jet di linea, soprattutto nelle fasi di decollo e atterraggio.

Quest’anno invece sono stati protagonisti delle prime esercitazioni su larga scala: la prima insieme ai caccia della IAF della generazione precedente (F-15 e F-16) e successivamente con F-35 americani e britannici nella base RAF di base ad Akrotiri (Cipro).

A breve è possibile che, durante l’esercitazione che si svolge ogni anno sulla base di Ovda nel Negev, si possano vedere gli F-35 con la Stella di David insieme a quelli della nostra Aeronautica Militare, già impiegati insieme agli F-16 “Barak” israeliani in un esercitazione in Grecia di questa primavera.

Gli F-35I sono del tutto simili agli F-35A tranne che per alcuni sistemi interni elettronici e parte del software che al momento non si conoscono con precisione. Inoltre possono trasportare armi di fabbricazione israeliana e serbatoi esterni sganciabili in volo per allungare l’autonomia. E’ possibile che il software possa essere sostituito in futuro con uno completamente israeliano.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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