Si chiama Turki al-Faisal il principe saudita che ieri al vertice sulla sicurezza che si teneva in Bahrain ha definito Israele “una potenza colonizzatrice occidentale che ha rinchiuso i palestinesi in campi di concentramento”.
Il principe Turki al-Faisal non è uno qualsiasi. È stato a capo della intelligence saudita per più di venti anni, poi è stato nominato ambasciatore in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Parlando della situazione dei palestinesi il principe ha detto che “Israele ha incarcerato i palestinesi in campi di concentramento. Giovani e vecchi, donne e uomini, che stanno marcendo lì senza poter ricorrere alla giustizia. Stanno demolendo le case come desiderano e assassinano chi vogliono”.
Accuse pesantissime arrivate come lame taglienti e alle quali ha subito risposto il ministro degli esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, che intervenendo subito dopo il principe saudita ha detto: “vorrei esprimere il mio rammarico per i commenti del rappresentante saudita. Non credo che riflettano lo spirito e i cambiamenti in atto in Medio Oriente”.
Gli Emirati Arabi Uniti negano il visto a centinaia di israeliani
Centinaia di cittadini israeliani sbarcati questa mattina negli Emirati Arabi Uniti si sono visti negare il visto di ingresso, apparentemente per un disguido legato a non si sa bene quale norma cambiata nel regolamento dei visti.
L’incidente, tutto ancora da chiarire, è avvenuto questa mattina all’aeroporto di Dubai pochi giorni dopo che gli Emirati avevano annunciato che avrebbero rilasciato visti turistici per gli israeliani “senza alcuna limitazione di numero”.
Secondo Channel 12, a circa 200 viaggiatori che sono arrivati con un volo FlyDubai nelle ore precedenti l’alba di lunedì è stato detto che erano state apportate modifiche ai regolamenti sui visti e che solo coloro che avevano passaporti non israeliani potevano entrare.
Non c’è che dire, la tanto declamata normalizzazione dei rapporti tra Israele e paesi arabi comincia a incontrare i primi intoppi, soprattutto quella con l’Arabia Saudita per via della questione palestinese. Forse ci siamo illusi troppo in fretta.