Che Erdogan avesse mire su una parte della Siria era cosa nota, ma che volesse andare oltre ad azioni ristrette al Kurdistan siriano sembrava un azzardo anche per lui.
Invece, a dispetto della Russia e di mezzo mondo che lo ha avvisato di non farlo, il dittatore turco si è già fagocitato la zona di Aleppo e si appresta a mangiarsi anche buona parte del resto.
Erdogan sta usando la stessa tattica usata dai Talebani in Afghanistan, i quali distretto dopo distretto stanno conquistando tutto il Paese.
Da ieri il nuovo obiettivo di Erdogan è il governatorato di Aleppo. È furbo il dittatore turco, manda avanti gruppi militari da lui sostenuti e poi prima li fa unire e in seguito li pone sotto la sua protezione e influenza.
E così proprio da ieri e a seguito della fusione di diversi gruppi che controllavano le campagne intorno ad Aleppo, gruppi poi confluiti nell’Esercito Siriano Libero (Free Syrian Army o FSA) sostenuto dalla Turchia, è aperta ufficialmente la campagna per la conquista del governatorato di Aleppo.
Non è un passo da poco. Aleppo è la città siriana martire per eccellenza. Fu tra le prime ad opporsi a Bashar al-Assad, tra le ultime a cadere.
Contesa fino all’ultimo tra esercito turco (Operazione ramoscello d’ulivo) ed esercito siriano affiancato dai combattenti curdi, rimase a questi ultimi a patto che i curdi si ritirassero ad Afrin (poi conquistata da Erdogan con enorme spargimento di sangue curdo).
Ora il dittatore turco non si fa più scrupolo e con i suoi miliziani, tutti jihadisti ex ISIS, punta apertamente ad Aleppo, cioè dove tutti hanno fallito.
Ma Aleppo è solo un ulteriore passo del piano di Erdogan che non è tanto la conquista fisica di tutta la Siria quanto piuttosto l’abbattimento di Assad (per altro appena rieletto Presidente della Siria con le solite elezioni farlocche) e l’annessione di alcuni governatorati.
Rimane il fatto che il dittatore turco faccia tutto quello che vuole in Siria, in Libia, nel Corno d’Africa e ovunque voglia, il tutto con l’uso massiccio di jihadisti ex ISIS. E questo dovrebbe davvero far riflettere.