Gerusalemme, Redazione RR – Sembrano già falliti i colloqui di Vienna che avrebbero dovuto portare ad una riedizione del JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano.
L’Iran non ha fatto concessioni, anzi ha rilanciato ponendo condizione forte del fatto che ormai si trova praticamente ad un passo dalla meta, cioè la bomba atomica.
Non è un caso quindi che il capo del Mossad, David Barnea, già da sabato si trova a Washington dove sta mostrando alla sua controparte americana le ultime scoperte fatte dal Mossad sul programma nucleare iraniano e come questo programma sia ormai sulla soglia del punto di non ritorno.
E mercoledì prossimo sarà il turno del ministro della Difesa Benny Gantz che sarà a Washington per incontrare il Segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, e poi il Segretario di Stato Antony Blinken.
Ormai non ci crede più nessuno che si possa riattivare un qualche compromesso con Teheran per cui Israele si sta preparando al peggio, cioè ad uno scontro armato con l’Iran.
Non per niente il governo israeliano ha approvato altri cinque miliardi di shekel a favore dell’IDF e destinati ai sistemi d’arma e ai proiettili per Iron Dome nella chiara consapevolezza che ormai per fermare l’Iran (ammesso che non sia troppo tardi) resta solo l’opzione militare.
Ieri Benny Gantz nel commentare il nuovo stanziamento a favore della difesa ha detto che Israele si deve preparare a qualsiasi scenario difensivo, consapevole che attaccare l’Iran vorrebbe dire attivare una reazione da parte di Hezbollah dal Libano, della Jihad Islamica palestinese da Gaza e quasi sicuramente anche da Hamas (sempre da Gaza).
Ieri osservatori esterni facevano notare che in Israele sembra tutto normale, tutto tranquillo. Ma non è così e gli israeliani sanno che l’Iran è per loro una minaccia esistenziale. Sanno quindi di doversi preparare anche agli scenari peggiori.
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