Parliamoci chiaro, il viaggio di Joe Biden in Medio Oriente è stato per Israele una vera calamità. Ha rinvigorito la causa palestinese, ha allontanato qualsiasi ipotesi di normalizzazione tra lo Stato Ebraico e l’Arabia Saudita e infine non ha rassicurato nessuno su come si comporterà con l’Iran.
Israele puntava molto sul fatto che Biden riuscisse attraverso il la conferenza di Jeddah a catalizzare il mondo arabo contro l’Iran. Il risultato finale è stato l’esatto opposto.
Mai come ora il mondo arabo si è visto disunito, sia per quanto riguarda i rapporti con Israele si per quanto concerne l’atteggiamento da tenersi con l’Iran.
Il vertice di Jeddah ha riunito i capi di governo degli stati che producono circa il 50% del petrolio mondiale ed era una occasione imperdibile per rassicurare il mondo arabo che Washington era sempre al suo fianco e nel contempo chiedere un cospicuo aumento della produzione di petrolio al fine di calmierarne il prezzo.
Nulla di tutto questo è avvenuto perché Biden si è fatto condizionare dalla sua sinistra e ha tenuto un atteggiamento che sfiorava il disgusto con l’uomo più potente a quel tavolo, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
A quel tavolo c’erano Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania e Iraq. L’intero consiglio di cooperazione del Golfo con il quale Biden doveva semplicemente interloquire e rassicurare che l’America non avrebbe lasciato soli gli alleati arabi nelle mani dell’Iran e rafforzare la cosiddetta NATO araba a partire dal patto di difesa aerea MEAD – Middle East Air Defense – al quale avrebbero potuto e dovuto aderire anche Arabia Saudita e Iraq.
Invece il risultato è stato un forte e del tutto inaspettato irrigidimento dei sauditi i quali si sono affrettati a dire che qualsiasi ipotesi di una normalizzazione dei rapporti con Israele non era praticabile senza la soluzione della cosiddetta “causa palestinese”.
L’Iraq dal canto suo ha fatto sapere che non c’è nessuna ipotesi di adesione da parte di Baghdad al patto di difesa aerea con Israele e gli altri Stati arabi, né ci sono ipotesi che l’Iraq si schieri in qualche modo contro l’Iran.
«La politica dell’Iraq è quella di essere equidistante da tutte le parti. La situazione politica e di sicurezza dell’Iraq non gli permette di giocare un ruolo in questa regione stringendo alleanze contro qualcuno» si legge in una dichiarazione della diplomazia di Baghdad.
Non è stata annunciata alcuna alleanza o azione militare o di sicurezza contro l’Iran a causa dell’assenza di qualsiasi coordinamento o omogeneità tra i Paesi che hanno partecipato al vertice
Majid al-Qubaisi., generale iracheno
«Non è stata annunciata alcuna alleanza o azione militare o di sicurezza contro l’Iran a causa dell’assenza di qualsiasi coordinamento o omogeneità tra i Paesi che hanno partecipato al vertice, e ci sono molte differenze politiche, dato che alcuni di essi hanno relazioni politiche ed economiche con l’Iran» ha detto il Maggiore Generale iracheno in pensione Majid al-Qubaisi.
Ed è questo il punto vero: qual’era lo scopo della visita di Biden in Medio Oriente? Se era quello di unire i paesi arabi contro l’Iran allora ha fallito completamente. Se era quello di rassicurare Israele allora ha fallito. Se era quello di dimostrare che l’America supporta gli Stati del Golfo allora ha fallito.
In compenso con l’improvvida visita a Gerusalemme Est ha rivitalizzato la cosiddetta “causa palestinese” che persino i sauditi davano per persa prima del viaggio di Biden in Medio Oriente.
La verità è che questa Amministrazione americana non può fare nulla di positivo né per il Medio Oriente né per Israele e c’è solo da sperare che almeno non faccia danni.