Il Mossad colpisce in Iran senza avvisare la CIA che teme escalation

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Se i colloqui indiretti di Vienna tra Washington e Teheran dovessero fallire gli Stati Uniti potrebbero non avere pronto un “piano B” contro l’Iran.

Di sicuro non sembra avercelo Joe Biden che punta tutto su un nuovo accordo con Teheran, mentre sul versante israeliano qualcosa si muove con l’intensificazione delle operazioni nella cosiddetta “zona grigia”, ma un vero piano aggiornato per fermare il programma nucleare iraniano non sembra avercelo nemmeno Israele.

Ieri alcuni funzionari americani si sono lamentati con la CNN in quanto di recente Israele agirebbe contro obiettivi iraniani senza avvisare preventivamente gli Stati Uniti.

Gli ultimi omicidi mirati che hanno colpito membri delle Guardie della Rivoluzione (IRGC) e scienziati legati al programma nucleare iraniano, non solo non sono avvenuti di concerto con Washington, ma il Mossad nega di esserne responsabile persino con la CIA, cosa che sembra far infuriare gli americani che temono una escalation.

«Israele non sembra non avere un piano strategico in questo momento per porre fine allo sviluppo di armi nucleari iraniane», ha affermato Jonathan Panikoff, capo della Middle East Security Initiative presso il Consiglio Atlantico ed ex vice ufficiale dell’intelligence nazionale per il Vicino Oriente al Consiglio nazionale dei servizi segreti. «Spera che attraverso una serie di azioni tattiche possa mantenere la pressione e ritardare continuamente il progresso iraniano».

Quindi anche secondo gli esperti americani Israele non avrebbe un piano strategico per fermare il programma iraniano per lo sviluppo di armi nucleari, una teoria sulla quale dissento fortemente.

Invece Israele non ha i mezzi per colpire il programma nucleare iraniano, non ha le bombe anti-bunker e gli aerei adatti per il loro trasporto. Non ha l’appoggio americano per uno strike aereo sull’Iran. È questo che non ha, non un piano strategico che invece esiste da anni e fu sviluppato da Netanyahu. Basta solo aggiornarlo.

E se oggi l’intelligence israeliana evita di rendere partecipe quella americana in merito agli obiettivi che colpisce o che colpirà, il motivo è che non vuole che gli americani fermino le operazioni di sabotaggio israeliane.

Il Presidente Joe Biden è timoroso, non vuole colpire l’Iran perché sa che si aprirebbe un nuovo fronte per cui punta tutto sui colloqui di Vienna e spera che togliendo le sanzioni a Teheran gli iraniani rinunceranno alla bomba.

Tuttavia l’Iran non rinuncerà mai ad aver armi nucleari, questo deve essere ben chiaro. Un eventuale accordo che soppianti il vecchio JCPOA servirà a Teheran solo per avere le risorse finanziarie per alimentare il terrorismo regionale e per accelerare il programma nucleare non certo per fermarlo.

E se oggi il Mossad agisce “in profondità” in Iran senza consultarsi con l’intelligence americana è solo perché le alternative sono al momento impraticabili e gli americani bloccherebbero anche le azioni nella “zona grigia” per timore di una escalation.

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