Chi mi conosce e mi legge sa che sin dall’inizio mi sono schierato incondizionatamente dalla parte dell’Ucraina e di Zelensky, uomo che ammiro per il coraggio e per la tenacia.
In pochissime occasioni non mi sono trovato d’accordo con il Presidente ucraino, una di queste è stata quando Zelensky ha fatto pressioni su Israele per avere i sistemi di difesa aerea prodotti dallo Stato Ebraico, il più famoso dei quali è Iron Dome.
Il vecchio governo israeliano, pur garantendo sostegno all’Ucraina soprattutto a livello di intelligence (nonostante il suo comportamento poco amichevole con Israele), ha sempre risposto negativamente alle richieste di Zelensky.
Ora, questa mattina leggo che Benjamin Netanyahu e Volodymyr Zelensky si sarebbero sentiti telefonicamente ieri sera e che il Presidente ucraino avrebbe rinnovato al nuovo Premier israeliano la sua richiesta riguardo Iron Dome. Solo che questa volta non ha ricevuto un netto rifiuto ma una “cauta apertura”.
Ok, con tutto l’amore che posso provare per l’Ucraina e l’ammirazione per la sua tenace resistenza, spero vivamente che a Netanyahu non venga in mente di consegnare Iron Dome a Kiev, non fosse altro che per il rischio concreto che questa tecnologia finisca in mani russe e poi iraniane. È già successo.
Invece secondo una dichiarazione dell’ufficio del Primo Ministro israeliano “Netanyahu prenderà in seria considerazione la richiesta ucraina”. Ecco, non mi sembra affatto una risposta pro-forma ma sembra piuttosto una affermazione e un impegno concreto.
A prescindere dal fatto che non si sa dove Israele prenderebbe in breve tempo altre batterie di Iron Dome (le avrebbero gli americani), ma anche il più piccolo rischio che tale tecnologia finisse nelle mani degli scienziati di Teheran dovrebbe rendere d’obbligo una risposta negativa da parte israeliana.
Confido che quella vecchia volpe di Netanyahu trovi un altro modo per aiutare l’Ucraina e che si guardi bene dal consegnare Iron Dome a Kiev. Sostengo la resistenza dell’Ucraina ma non fino a questo punto.