Ieri, Giovedì 20 gennaio 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione sponsorizzata da Israele che condanna qualsiasi negazione dell’Olocausto e sollecita tutte le nazioni e le società di social media “ad adottare misure attive per combattere l’antisemitismo e la negazione o distorsione dell’Olocausto“.
Centoquattordici paesi hanno co-sponsorizzato la risoluzione A/76/L30 e solo l’Iran ha espresso pubblicamente la sua opposizione.
Il rappresentante della Repubblica islamica – i cui leader hanno una lunga storia di negazione dell’Olocausto – ha affermato che la risoluzione ha segnato un altro tentativo da parte di Israele di “sfruttare le passate sofferenze del popolo ebraico come copertura per i crimini che ha perpetrato negli ultimi sette decenni contro paesi della regione”.
Tuttavia, poiché Teheran non ha pagato la sua quota di adesione all’ONU, la sua delegazione è stata privata di alcuni dei suoi diritti e pertanto non ha potuto chiedere un voto formale sulla risoluzione israeliana. Di conseguenza, l’iniziativa è stata approvata all’unanimità.
La risoluzione fornisce una classificazione specifica per la negazione dell’Olocausto, utilizzando la definizione di lavoro messa insieme dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA).
Fornisce inoltre azioni che dovrebbero essere intraprese dai paesi firmatari per affrontare il fenomeno e richiede ai social media di rimuovere i post che rientrano nella definizione IHRA.
In un appassionato discorso di presentazione della risoluzione, l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha affermato che “la negazione dell’Olocausto si è diffusa come un cancro. Si è diffusa sotto la nostra sorveglianza. Si è diffusa perché le persone hanno scelto di essere irresponsabili e di evitare la responsabilità”.
“Mentre il numero dei sopravvissuti all’Olocausto diminuisce, la negazione dell’Olocausto sta crescendo a una velocità terrificante“, ha poi affermato.
“Mentre il numero di sopravvissuti diminuisce, le generazioni più giovani vengono indottrinate sui social media a dubitare della realtà e a fidarsi dell’inganno“, ha continuato Erdan, sostenendo che “le piattaforme dei social media si sottraggono alle loro responsabilità“.
“I dirigenti dei social media ci dicono che sono solo fornitori di servizi” ha continuato Erdan. “Riconosciamo quelle parole. Le abbiamo già sentite. Mentre schivi le responsabilità, il male cresce… I giganti dei social media non possono più rimanere compiaciuti dell’odio che si diffonde sulle loro piattaforme“, ha affermato l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite.
Nella risoluzione si considera negazione dell’olocausto anche chi definisce o tenta di definire come:
- sforzi intenzionali per scusare o minimizzare l’impatto dell’Olocausto o dei suoi elementi principali, inclusi i collaboratori e gli alleati della Germania nazista;
- minimizzazione grossolana del numero delle vittime dell’Olocausto in contraddizione con fonti attendibili;
- tentativi di incolpare gli ebrei per aver causato il loro stesso genocidio;
- dichiarazioni che definiscono l’Olocausto un evento storico positivo;
- tentativi di offuscare la responsabilità dell’istituzione di campi di concentramento e di sterminio ideati e gestiti dalla Germania nazista attribuendo la colpa ad altre nazioni o gruppi etnici.
La risoluzione esorta inoltre esorta gli Stati membri a sviluppare programmi educativi che inculchino alle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto” al fine di aiutare a prevenire futuri atti di genocidio.
Inoltre esorta gli Stati membri e le società di social media ad adottare misure attive per combattere l’antisemitismo e la negazione o la distorsione dell’Olocausto mediante le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e per facilitare la segnalazione di tali contenuti.
Questa è stata la prima volta che una risoluzione introdotta da Israele è stata adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU dal 2005, da quando cioè l’organismo ha approvato una risoluzione israeliana che dichiarava il 27 gennaio – l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz – Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto.