Oggi è partito il viaggio di Papa Francesco in Iraq. Non sempre sono d’accordo con questo Pontefice, specie per diverse questioni che riguardano il Medio Oriente, ma questa volta ci si deve togliere il cappello.
Oggi Papa Francesco non vola in Iraq, vola nella tana del lupo cattivo, li dove tutto è cominciato, dove l’Islam integralista ha mostrato veramente il peggio di se.
Lo Stato Islamico è nato in Iraq, fondato da iracheni sunniti, alimentato da un odio viscerale verso tutto ciò che era anche solo minimamente diverso dal loro credo, musulmani compresi.
Quella che una volta era la culla della civiltà, negli ultimi anni è diventata la culla dell’odio, la madre di quell’Islam alimentato unicamente dal latte velenoso, dall’accanimento e dalla profonda avversione verso tutto ciò che non era puro Islam, secondo la peggiore delle interpretazioni possibili.
Ecco dove va oggi Francesco, consapevole che gli altri, gli sciiti, non sono poi così tanto diversi dai sunniti che hanno creato dal nulla lo Stato Islamico. In fondo gli sciiti uno Stato Islamico lo hanno creato sin dal lontano 1979. Si chiama Iran.
E ci vuole un gran coraggio nell’andare in Iraq per cercare di aprire un dialogo, quel coraggio che i musulmani non hanno perché mai e poi mai vedremo un leader islamico fare a parti invertite quello che sta facendo oggi il Pontefice.
Non lo vedremo semplicemente perché per loro è impensabile abbassarsi a tale livello, perché per loro il dialogo non è quello fatto sullo stesso livello, ma è sempre quello fatto in modo tale che il loro sia un livello superiore.
Intendiamoci, non sto rimproverando Francesco di andare a dialogare partendo da un livello inferiore, sto dicendo che è così che lo interpretano i musulmani. Il Pontefice sta facendo solo il suo lavoro.
Perché è questo che fanno gli apostoli, predicano e dialogano. E spesso per questo finiscono in croce.