Sembra che ultimamente vada molto di moda attribuire al Gruppo Wagner ogni guerra e ogni insurrezione al mondo. Secondo i soliti ben informati sarebbe dietro all’ondata di profughi da Libia e Tunisia, dietro a diverse guerre africane e sarebbe dietro anche alla recente guerra in Sudan.
Può veramente farlo? Il Gruuppo Wagner, fondato da Yevgeny Prigozhin e probabilmente dall’ex ufficiale dell’esercito russo Dmitri Utkin, può veramente fare tutto quello che dicono?
Partiamo dai numeri (presunti). Prima della guerra in Ucraina il Gruppo Wagner poteva contare più o meno su 5.000 effettivi, quasi tutti provenienti da forze d’elite, dalla intelligence o da gruppi combattenti jihadisti e distribuiti tra Libia, Mali, Somalia e Siria. Si trattava quindi di una compagnia di mercenari in grado di fare certamente la differenza a livello qualitativo ovunque essa fosse schierata.
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina e con il progressivo impantanarsi dell’esercito russo il Gruppo Wagner è uscito allo scoperto dando il via ad una campagna di reclutamento nelle carceri russe senza precedenti. Ora, secondo stime dell’intelligence britannica, potrebbe poter contare su una forza di 50.000 uomini. Un aumento a livello numerico importante, ma con una chiara discesa del livello qualitativo.
Sempre secondo l’intelligence occidentale, le forze d’elite del Gruppo Wagner schierate in Ucraina sarebbero meno meno del 5% degli effettivi. Gli altri sarebbero solo ex detenuti con quasi nessuna esperienza di combattimento.
Si arriva quindi al cuore del problema: il Gruppo Wagner può contare realmente su un massimo di cinque/sette mila elementi esperti, il che rende sinceramente difficile spiegare come esso possa essere dietro ad ogni conflitto armato in corso in Africa.
Mettiamoci pure alcune ipotetiche alleanze o fusioni con gruppi locali, ribelli e altri gruppi mercenari, rimane sempre difficile immaginare che il Gruppo Wagner possa realmente incidere nelle politiche e nei conflitti africani.
Fonti di intelligence qualificate reputano che in realtà il Gruppo Wagner abbia concentrato la sua forza d’elite in Libia e in Mali dove gli interessi russi sono più “corposi” e forse con obiettivi più alla loro portata.
La storia che la Wagner sia dietro all’esplosione di migranti diretti verso l’Italia sembra essere una leggenda messa in giro dal settore intelligence della Wagner stessa. Non si nega la loro presenza in Libia, ma che usino i migranti come arma contro l’occidente è una sciocchezza.
Il fatto di essere passati da 5.000 a 50.000 effettivi grazie al reclutamento nelle carceri russe non fa del Gruppo Wagner un esercito che minaccia l’occidente. Qualitativamente non sono di peso e anche a livello di armi a disposizione sembrano sinceramente in difficoltà, come d’altra parte l’esercito regolare russo.
Gira e rigira torniamo quindi su quei cinque/sei mila elementi di qualità che, proprio per il loro esiguo numero, non possono fare tutto quello che la leggenda attribuisce loro.