La dissidenza iraniana non sono i Mujaheddin del popolo iraniano

Noto con infinito dispiacere che ultimamente in certi ambienti radical chic mondiali, nei salotti buoni della politica, c’è l’assurda tendenza a considerare il movimento dei Mujaheddin del popolo iraniano, detto altresì Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana o MEK, PMOI, MKO, come la rappresentazione della dissidenza iraniana.

Beh, lasciatemi dire che è un errore pazzesco, un errore in cui a suo tempo era caduto anche il sottoscritto credendo impropriamente che il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana fosse in realtà un vero movimento di resistenza agli Ayatollah per poi scoprire, dopo alcuni fatti ben specifici, che in realtà sono loro stessi degli Ayatollah e anche piuttosto intransigenti a dispetto di quello che vanno raccontando e promettendo.

Ieri ho avuto un piccolo battibecco telematico con l’ex Ministro degli esteri Italiano, Giulio Terzi, persona che stimo e rispetto, il quale dava una certa importanza alla riunione organizzata dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana a Parigi e alla quale, oltre allo stesso Terzi, hanno partecipato personaggi del calibro del Generale James Jones (Consigliere per Sicurezza Nazionale del Presidente Obama) il Parlamentare Patrick Kennedy, Rudy Giuliani (ex Sindaco di New York) Tom Ridge (già Segretario della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti), Michèle Alliot-Marie (ex Ministro francese degli Interni, degli Esteri, della Difesa e della Giustizia), Rita Sussmuth (ex Presidente del Bundestag tedesco), John Bolton (Ambasciatore degli USA all’ONU), Michael Mukasey (Procuratore Generale degli Stati Uniti), Ingrid Betancourt (attivista colombiana per i diritti umani). Ho contesto a Giulio Terzi il fatto che lui e tutte queste stimatissime e importanti persone consideravano il MEK la “dissidenza iraniana” dandogli con questa riunione un alone di ufficialità come se il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana fosse l’unica dissidenza iraniana riconosciuta.

E chi sono io per andare contro le convinzioni di un tale assieme di personalità di caratura mondiale? Naturalmente non sono nessuno, però vorrei ricordare in modo estremamente sintetico una paio di cosette che possono rendere meglio l’idea di chi siano i signori del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana. Il MEK (o PMOI o MKO) ha partecipato alla rivolta contro lo Scià insieme a Khomeini condividendone gli ideali. Una volta deposto lo Scià di Persia questi signori hanno tentato di prendere il potere in Iran ma sono stati duramente sconfitti (e purtroppo pure perseguitati) da Khomeini e quindi sono dovuti fuggire. E cosa hanno fatto? Si sono rifugiati dal peggior nemico dell’Iran, Saddam Hussein, e con lui hanno combattuto contro l’Iran nella guerra che durò dal 1980 al 1988, uccidendo migliaia di iraniani (quindi loro fratelli). Per molti anni sono stati considerati da USA ed Europa un gruppo terroristico e si sono visti bloccare milioni e milioni di dollari in vari conti correnti. A seguito di questo, la loro linea è ufficialmente (e sottolineo ufficialmente) cambiata tanto che un paio di anni fa hanno convinto tutti che non erano più un gruppo terrorista. Hanno eletto un Presidente donna (Maryam Rajavi) dandosi così una sorta di alone riformista e distintivo rispetto agli Ayatollah iraniani e hanno iniziato a lanciare proclami liberali e riformisti. Solo che ufficiosamente la loro linea è rimasta la stessa. Avevano una ideologia che si rifaceva al Marxismo islamico e tale è rimasta anche se oggi si definiscono “laici” e “anti-clericali”. In Iran non sono benvisti da nessuno, nemmeno dai veri dissidenti. Possono contare su un consenso di poco più del 2% della gente. Insomma, gli iraniani non si fidano di chi ha combattuto al fianco di Saddam Hussein uccidendo migliaia di iraniani e non è salito al potere solo perché sconfitto da chi è stato più violento di loro (Khomeini) pur avendo gli stessi ideali.

Oggi si presentano in altro modo. L’Ambasciatore Giulio Terzi in merito alla sua partecipazione all’evento di Parigi mi scrive che «oggi ho sentito un Agenda dichiarata a gran voce e senza equivoci, come “separazione tra Stato e Chiesa”, “no assoluto alla pena di morte”, “uguaglianza tra uomo e donna dal punto di vista umano”, “nessuna discriminazione verso le donne nei ruoli pubblici”, “autonomia di tutte le etnie, con pari diritti”, “abolizione del regime teocratico”, “riconoscimento pieno della proprietà privata”, ed altre priorità che non possono che trovarmi d’accordo». Bene, sono contento che abbiano convinto Giulio Terzi e probabilmente tutti gli altri. Ma questi proclami, convincono gli iraniani? Perché il punto è questo: quando si innalza un movimento come il MEK a unico rappresentante della dissidenza iraniana ci si deve chiedere prima di tutto chi questo movimento rappresenti veramente. E allo stato attuale rappresenta solo il 2% della popolazione. Non c’è un solo iraniano dissidente che abbia promosso il MEK a suo rappresentate. Chiedete a persone come Shirin Ebadi, che pure ha duramente condannato la repressione alla quale sono stati sottoposti i Mujaheddin del popolo iraniano, cosa ne pensa di loro. Chiedete a quei giovani che dopo le repressioni post-elettorali del 2009, in fuga dai loro aguzzini, avevano cercato l’appoggio del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ,se lo hanno trovato. Chiedete ai deportati dalla Gran Bretagna in Iran che si erano dichiarati omosessuali chiedendo l’asilo politico se hanno avuto supporto dal MEK. Beh, loro non potranno rispondervi perché a quest’ora sono stati impiccati.

Beh, scusatemi se per me la dissidenza iraniana e ben altra cosa rispetto al Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana. Scusatemi se non mi fido di chi si dice d’accordo con il non riconoscimento di Israele o comunque non si pronuncia in tal senso. Scusatemi se non mi fido di una categoria di Mullah marxisti e fanatici che improvvisamente si trasforma in progressisti proprio in concomitanza dello sblocco dei loro conti correnti e muta la loro linea politica da khomeinista marxista a laica e liberale. Scusate se non mi fido di chi non ha nessun mandato popolare a rappresentare il popolo iraniano e la sua dissidenza interna. Lo so, sostenendo questo vado contro corrente e contro l’opinione dei maggiori leader mondiali, ma sono abituato a vedere le cose pratiche e per la dissidenza iraniana il MEK non ha mai fatto niente se non parlare e raccogliere fondi per i loro conti correnti.

Insomma, per me sono un bluff mondiale, un movimento che in Iran nessuno riconosce se non qualche sparuto gruppo marxista. Perché mai dovrebbero essere riconosciuti come la dissidenza iraniana quando la vera dissidenza iraniana andrebbe aiutata e sostenuta come si deve? Quando e se il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana farà veramente qualcosa oltre a rimpinguare le sue casse, allora cambierò idea.

4 commenti su “La dissidenza iraniana non sono i Mujaheddin del popolo iraniano”

  1. Anche io pensavo la stessa cosa sul MEK. Ma allora a chi ci si puo’ riferire come dissidenza interna, laica e riformista? Saluti e grazie.-

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