Ormai è guerra civile in Costa d’Avorio. E’ di eri la notizia, ripresa solo oggi dagli organi di stampa internazionali, di una orrenda strage di civili avvenuta nella città di Duékoué, nell’occidente del paese. Sarebbero 800 le vittime (fonti Croce Rossa Internazionale) ma c’è chi parla, come il Washington Post, di 1000 morti tra i civili.
Gli scontri sono stati estremamente cruenti tra le truppe che sostengono il nuovo Presidente (riconosciuto dalla comunità internazionale), Alassane Ouattara, e quelle leali al deposto Presidente Laurent Gbagbo. A farne le spese, come detto, almeno 800 civili. Agli scontri tra le due fazioni si sono aggiunti anche quelli di origine etnica. La zona già in passato è stata teatro di scontri inter-etnici, scontri ripresi proprio in questi giorni in concomitanza con le tensioni provocate dal rifiuto di Laurent Gbagbo di lasciare il potere dopo aver perso le elezioni.
Secondo alcune fonti internazionali l’ex Presidente avrebbe fatto venire dalla Liberia diverse centinaia di mercenari per rafforzare le sue fila. Secondo la AFP almeno un centinaio di questi sarebbero stati arrestati mentre si accingevano a rientrare in Liberia.
Da venerdì le truppe fedeli al nuovo Presidente cingono d’assedio la residenza di Gbagbo per costringerlo a lasciare il Paese. Per tutta risposta i sostenitori dell’ex Presidente stanno scatenando una serie di rivolte inter-etniche in tutto il paese. Si teme, purtroppo, che il caso del massacro di Duékoué non resterà isolato. Intanto la comunità internazionale resta a guardare il precipitare della situazione senza intervenire. L’Unione Africana sta vagliando l’ipotesi di inviare delle truppe di pace, ma la decisione non è facile e comunque non avverrà prima di un po’ di tempo. Truppe francesi sono presenti in Costa d’Avorio ma hanno l’ordine di non intervenire. Il rischio che la situazione precipiti è altissimo.