Non solo Coltan e Diamanti ma anche oro, tantissimo oro, alla base del conflitto che da anni insanguina l’est della Repubblica Democratica del Congo. E’ quanto emerge da un rapporto redatto da Enough Project che svela il colossale mercato di oro implementato dal gruppo ribelle M23 in RD Congo.
Il rapporto documenta con accuratezza il mercato di oro e la vastissima rete di contrabbando che coinvolge il gruppo ribelle M23 e altri gruppi minori che attraverso Uganda e Burundi esportano l’oro estratto nelle miniere del Congo, un mercato che vale oltre 500 milioni di dollari l’anno.
Secondo quanto svela il rapporto il gruppo ribelle M23 non controlla direttamente le miniere ma delega tale “incombenza” a gruppi minori che sostanzialmente schiavizzano i residenti costringendoli a lavorare quasi gratuitamente nelle tante miniere d’oro presenti nell’est del Congo in particolare nelle due regioni di Kivu. I ribelli del M23 pensano poi ad esportare l’oro verso Uganda e Burundi monetizzando il tutto, fondi con i quali poi acquistano armi.
E’ lo stesso sistema usato per il coltan e per i diamanti, altri due minerali insanguinati che finanziano la sanguinosa guerra in RD Congo e che in pochi anni è costata la vita a 5 milioni (cinque milioni) di persone e che a ondate alterne ha provocato lo sfollamento di almeno 7 milioni di civili nelle sole regioni di Kivu Sud e Kivu Nord. Un genocidio di cui nessuno parla per gli immensi interessi delle multinazionali occidentali.
Da diversi anni chiediamo che per il coltan venga istituito il “Protocollo di controllo della provenienza” e in contemporanea denunciamo il mercato illegale di coltan e di diamanti provenienti dal Congo (nonostante il Protocollo di Kimberley). Lo abbiamo fatto con due rapporti che dettagliano tutti i movimenti illegali e come il coltan e i diamanti del Congo vengano esportati e legalizzati. Abbiamo inviato all’Onu sia i rapporti che la proposta di certificazione del Coltan (che trovate da scaricare sotto l’articolo). Nelle scorse settimane abbiamo inviato tramite posta certificata al Ministero degli Affari Esteri italiano una richiesta di aiuto affinché attraverso la loro sede permanente alle Nazioni Unite perorassero la nostra causa, ma fino ad oggi (come in passato) abbiamo potuto constatare solo la loro completa indifferenza. Ora si svela anche il mercato di oro insanguinato. E’ davvero troppo per giustificare tutta questa indifferenza.
Comprendiamo che gli interessi delle multinazionali sono davvero enormi, oltre ogni più fervida immaginazione, ma questo non può giustificare che milioni di vite vengano sacrificate in guerre che mirano a controllare il mercato delle risorse in Congo, non può giustificare in nessun modo che i Diritti Umani di milioni di persone vengano così spudoratamente calpestati.
Scarica il Protocollo di certificazione del Coltan
Scarica il rapporto sul mercato del Coltan in Congo
Scarica il rapporto sul mercato dei diamanti in Congo