Cosa succede in Repubblica Democratica del Congo a sole due settimane dall’accordo di pace tra il Governo congolese e i ribelli del M23 che ha messo fine a una sanguinosa guerra nell’est del Congo che andava avanti da anni? Come spesso avviene da queste parti succede che qualcuno non sia d’accordo con le decisioni del Governo e pensi di risolvere tutto a colpi di macete.
E’ il caso di Joseph Mukungubila Mutombo, detto anche “il profeta dell’esterno” oppure semplicemente “il profeta”, ex candidato alla Presidenza della R.D. del Congo, che non ha digerito l’accordo di pace con i ribelli del M23 e ha pensato bene di cercare di mettere in atto una specie di colpo di stato improvvisato sperando, vanamente, che la gente lo avrebbe seguito. «Mukungubila è venuto per liberarvi dalla schiavitù del Ruanda» urlavano i suoi adepti alla TV di Stato appena occupata prima che l’esercito congolese intervenisse. Mukungubila puntava tutto sull’odio della gente del Congo verso il Ruanda accusato, non a torto; di essere dietro al gruppo ribelle M23 e di saccheggiare le risorse congolesi. Solo che la gente in Congo ha altre priorità rispetto a quelle di Mukungubila e così non lo ha seguito. Risultato: una quarantina di morti tra i “ribelli” e ogni tentativo di impadronirsi di strutture statali da parte degli insorti finito in un nulla di fatto nel volgere di una giornata.
E allora perché tutto questo allarme? In realtà in un primo momento si è temuto il peggio, cioè che la gente seguisse Mukungubila e che il Congo sprofondasse in una guerra civile. Ma per fortuna questo non è successo e tutto è velocemente tornato alla normalità, ammesso che al situazione congolese si possa inquadrare in un contesto di normalità. I media italiani hanno dato ampio risalto ai fatti di Kinshasa solo per la faccenda che vede alcune famiglie italiane bloccate in Congo in attesa di poter rientrare in Italia con i loro figli adottivi. Ma se non ci fossero stati quegli italiani probabilmente i fatti si sarebbero guadagnato al massimo un trafiletto in sesta pagina.
In realtà la situazione in Repubblica Democratica del Congo è come sempre altamente volatile. Lo è da anni non da due giorni. Il Governo del Presidente Joseph Kabila è accusato da più parti di corruzione e di avere rapporti economici poco chiari addirittura con il Presidente del Ruanda, Paul Kagame. Kabila è accusato anche di non redistribuire i proventi delle enormi ricchezze del sottosuolo congolese e di arricchirsi mentre il tasso di povertà in Congo è ai livelli più alti mai visti. E poi ci sono una marea di lotte intestine tra i vari gruppi etnici. Insomma, non è una situazione tranquilla. Ma da qui a urlare alla “guerra civile” e dare a Joseph Mukungubila Mutombo una importanza che non ha ce ne passa.
Claudia Colombo