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Guerra del gas tra Libano e Israele: Hezbollah minaccia “guerra totale”

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«Se Israele dovesse attaccare il territorio del Libano o se dovesse occupare illegalmente un tratto di mare di proprietà del Libano, colpiremo tutto il territorio israeliano. Non un centimetro di Israele sarà risparmiato,  nemmeno il porto di Eilat sul Mar Rosso sarà al sicuro. Con le armi in nostro possesso possiamo spazzare via Israele in qualsiasi momento». A pronunciare queste frasi in una intervista al quotidiano libanese Daily Star è stato ieri Muhammad Raad, deputato libanese di Hezbollah.

Raad si riferiva al controllo del tratto di mare nel quale sono stati scoperti ingenti depositi di gas naturale e più nello specifico all’area dove dovrebbe sorgere la piattaforma denominata “Leviathan” la quale dovrebbe sfruttare un mega giacimento di 450 miliardi di metri cubi di gas, il più grande giacimento del Mediterraneo e uno dei più grandi al mondo.

Israele ha il controllo di quel giacimento grazie a un accordo con Cipro che nel mese di gennaio ha raggiunto un accordo con Gerusalemme con il quale concede a Israele il controllo di 1.250 kilometri quadrati di mare al confine tra Israele e Cipro, quelli appunto dove si trova il “giacimento Leviathan”. Hezbollah contesta quello’accordo nonostante lo stesso sia il frutto di un precedente accordo tra Libano e Cipro per la delimitazione dei confini marittimi tra i due Paesi, accordo firmato nel 2007 che concede quel tratto di mare proprio a Cipro. Adesso che si è scoperto che in quel tratto di mare c’è il più grande giacimento di gas del Mediterraneo, Hezbollah vorrebbe disconoscere l’accordo firmato con Cipro nel 2007 e rivendica illegalmente il suo possesso.

Nel farlo non lesina minacce e promette guerra totale se Israele dovesse iniziare le perforazioni per l’estrazione del gas, cosa che invece Gerusalemme è intenzionata a fare nel giro di pochissimo tempo forte di un accordo che in termini di Diritto Internazionale è ineccepibile.

Hezbollah, che ha da poco preso il controllo totale del Libano, minaccia anche le Nazioni Unite e in particolare il Tribunale speciale per il Libano che nelle scorse settimane ha emesso un mandato di cattura internazionale per quattro altissimi esponenti del gruppo terrorista libanese legato all’Iran, accusati di aver organizzato e portato a termine l’attentato che nel 2005 uccise l’allora premier libanese, Rafik Hariri. Muhammad Raad ha detto sempre al Daily Star che il Tribunale speciale per il Libano è un organismo nelle mani degli USA e di Israele nato al solo scopo di attaccare e delegittimare Hezbollah.

Sul lato prettamente legale il Libano sta prendendo in considerazione l’ipotesi di una denuncia al Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro l’accordo israelo-cipriota definito da Muhammad Qabbani, capo del comitato parlamentare per le opere pubbliche, un “esproprio di territorio libanese” e una “deliberata occupazione militare da parte di Israele”. Tuttavia, ben sapendo le scarse possibilità di successo di un ricorso all’Onu, a Hezbollah non interessano le vie legali e preferisce minacciare una guerra totale. Per questo  motivo, secondo fonti di intelligence israeliana, avrebbe spostato molte batterie di missili a lunga gittata al di sotto della linea del fiume Litani che delimita il territorio controllato da UNIFIL e che quindi dovrebbe essere smilitarizzato. Una dimostrazione palese (l’ennesima) della completa inutilità della missione Onu in Libano.

Sharon Levi