Una violenta esplosione ha distrutto questa notte un deposito di armi di Hezbollah. L’esplosione è avvenuta nei pressi della roccaforte sciita di Siddiqin. Hezbollah ha subito isolato la zona impedendo l’accesso ai militari di UNIFIL e all’esercito regolare libanese.
Al momento non è dato sapere a cosa sia dovuta l’esplosione né cosa ci fosse nel deposito. Ma la detonazione si è sentita anche a molti Km di distanza per cui si pensa a un deposito di missili. Secondo alcune voci circolate su internet la distruzione del deposito di armi sarebbe il frutto di un sabotaggio da parte di una squadra scelta del IDF, l’esercito israeliano. Secondo un’altra versione i terroristi di Hezbollah sarebbero caduti in una trappola ordita dal Mossad il quale avrebbe fatto credere ad Hezbollah di aver catturato un aereo drone. In effetti il piccolo velivolo era un “cavallo di troia” che una volta portato in uno dei tanti depositi di armi di Hezbollah sarebbe esploso.
Fatto sta, qualunque sia stata al causa, che questo è l’ennesimo episodio in cui esplode un deposito di armi al di sotto della striscia rossa, cioè all’interno dell’area di competenza di UNIFIL, dove non dovrebbero esserci depositi di armi di nessun tipo. E c’è da chiedersi per l’ennesima volta cosa stiano facendo i militari di UNIFIL per fare rispettare la risoluzione ONU 1701 che impone il controllo delle armi e il divieto per Hezbollah di armarsi al di sotto del fiume Litani.
Secondo Protocollo Israel