Timbuktu, Mali:pochi giorni fa un gruppo di qualche centinaio di donne sono scese in strada, mano nella mano delle loro piccole figlie, per denunciare le violenze sessuali alle quali loro stesse ma, soprattutto, le loro piccole sono sottoposte da parte degli estremisti islamici di Ansar Dine, il Movimento per l’Unità e la Jihad in Africa occidentale (MOJWA) e Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) che occupano da alcuni mesi il nord del Mali.
Le “mamme coraggio” hanno sfilato per le vie di Timbuktu nel tentativo di attirare l’attenzione internazionale su questi veri e propri crimini contro l’umanità, quali sono gli stupri ai danni di bambine piccolissime (anche di sette anni), i matrimoni imposti sempre alle bambine con uomini di molto più vecchi di loro, gli stupri sistematici ai danni delle donne e infine l’induzione violenta alla prostituzione, anche in qusto caso ai danni di giovanissime ragazzine.
La reazione degli estremisti islamici non si è fatta attendere. Sul momento hanno permesso alle donne di manifestare mentre alcuni di loro riprendevano e fotografano il tutto, tanto sapevano benissimo che la stampa occidentale non avrebbe mai potuto sapere di questa manifestazione, poi i giorni dopo con calma sono passati casa per casa è hanno stuprato sistematicamente le “mamme coraggio” e, soprattutto, le loro piccolissime figlie. Alcune donne sono state arrestate e rinchiuse nelle galere di Timbuktu dove si presume continueranno a essere selvaggiamente violentate. Una vera e propria missione punitiva dove l’arma principale è stato lo stupro.
A riportare questi fatti sono stati alcuni sfollati, tra i quali alcune vittime della missione punitiva, che sono riusciti a lasciare il Nord del Mali. Interrogati da alcuni esperti delle Nazioni Unite e dall’inviato in Mali del Segretario Generale dell’Onu, Ivan Šimonovic, hanno raccontato tutto nei minimi dettagli riportando anche che molte donne sono attualmente detenute e rischiano la pena di morte. Un’altra cosa che hanno raccontato è che gli estremisti islamici stanno facendo un censimento delle donne che hanno avuto figli senza essere sposate. L’intento è quello di individuare chi ha avuto rapporti al di fuori del matrimonio e quindi di punirlo. Anche queste donne rischiano la pena di morte.
Ogni giorno dal Nord del Mali arrivano notizie di incredibili violenze e francamente non si riesce a credere alla totale immobilità della comunità internazionale di fronte a questi eventi che definire crimini contro l’Umanità è puro eufemismo.
Claudia Colombo