Contrariamente a quanto da molti affermato, le sanzioni alla Russia stanno letteralmente facendo crollare il regime di Putin. È quanto emerge da un dettagliato rapporto di 118 pagine scritto da un team di 19 persone diretto da Jeffrey Sonnenfeld dell’Università di Yale.
Perché è importante questo rapporto. Il rapporto di Jeffrey Sonnenfeld è importantissimo perché dimostra in maniera inequivocabile che l’informazione di regime russa secondo la quale le sanzioni al regime di Putin non morderebbero abbastanza e che la Russia userebbe gas e petrolio per resistere, non racconta la verità.
Cosa ha trovato Jeffrey Sonnenfeld. I ricercatori dell’Università di Yale hanno scoperto che:
- Le importazioni russe sono in gran parte crollate creando enormi carenze di approvvigionamento e negando al paese parti e tecnologie cruciali per il suo sviluppo.
- La produzione interna russa si è completamente fermata
- Le società straniere che hanno lasciato la Russia rappresentano il 40% del PIL russo. Nessuna di loro tornerà in tempi brevi.
A tutto questo va aggiunto che anche se la Russia ha annunciato ulteriori tagli di gas all’Europa in realtà non lo può fare per un tempo troppo lungo perché:
- poiché il gas naturale è “una merce altamente non fungibile”, fornita attraverso gasdotti che richiedono decenni per essere costruiti, la Russia ha pochissimi mercati di esportazione alternativi per il suo gas e l’83% delle sue esportazioni di gas naturale va in Europa
- l’Europa, invece, importa solo il 46% del proprio gas naturale dalla Russia
In sostanza la Russia ha bisogno che l’Europa acquisti il suo gas più di quanto l’Europa abbia bisogno del gas russo.
Questo rapporto arriva mentre un altro importantissimo rapporto dimostra come la Cina non stia affatto aiutando la Russia favorendola in qualche modo. Anzi, oltre al fatto che Pechino sosterrebbe l’idea dell’integrità dell’Ucraina si starebbe approfittando della situazione per comprare gas e petrolio a prezzi stracciati proprio dalla Russia strangolata dalle sanzioni.