L’ONU approva risoluzione che condanna la negazione dell’olocausto

Ieri, Giovedì 20 gennaio 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione sponsorizzata da Israele che condanna qualsiasi negazione dell’Olocausto e sollecita tutte le nazioni e le società di social media “ad adottare misure attive per combattere l’antisemitismo e la negazione o distorsione dell’Olocausto“. Centoquattordici paesi hanno co-sponsorizzato la risoluzione A/76/L30 e solo … Leggi tutto

Due studenti americani su tre non sanno niente dell’olocausto

Quando ieri il Segretario Generale dell’ONU ha detto che due studenti americani su tre non sanno niente dell’olocausto non volevo crederci.

Così sono andato a risentirmi bene il discorso tenuto da Antonio Guterres in una sinagoga di New York in occasione del 76° anniversario della liberazione di Auschwitz, cioè nel giorno dedicato al ricordo.

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Uccidere ebrei non passa mai di moda. Dopo Hitler gli Ayatollah iraniani

Pur rispettando la ricorrenza, ho sempre ritenuto la giornata della memoria, che come ogni anno cade il 27 gennaio, una specie di esercizio di ipocrisia da parte dell’umanità. Per usare una frase fatta ma molto efficace, è inutile ricordare gli ebrei morti se non si difendono quelli vivi.

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Quando i palestinesi combattevano contro i nazisti per liberare l’Italia

Beh che c’è? Non posso raccontare la favola dei palestinesi che combattevano contro i nazisti? Non posso capovolgere la storia? Se lo fa l’UNESCO su Gerusalemme, se sempre l’UNESCO festeggia la giornata della pace in Iran, se ormai la narrativa islamica ha preso il posto della storia perché mai io non posso dire che i palestinesi combattevano i nazisti?

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La faccia tosta di Zarif: usa l’olocausto per giustificare il nucleare iraniano

zarif

In Iran sono passati dal negare l’olocausto ad usarlo per giustificare il loro programma nucleare e il massiccio programma militare. Lo ha fatto il Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in una controversa lettera al Washington Post nella quale usa la frase «mai più», comunemente associata all’olocausto per giustificare quello che lui definisce «un programma difensivo».

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