Quando ieri il Segretario Generale dell’ONU ha detto che due studenti americani su tre non sanno niente dell’olocausto non volevo crederci.
Così sono andato a risentirmi bene il discorso tenuto da Antonio Guterres in una sinagoga di New York in occasione del 76° anniversario della liberazione di Auschwitz, cioè nel giorno dedicato al ricordo.
Beh, se due terzi dei ragazzi americani non sa che i nazisti uccisero scientemente e con deliberata ostinazione e freddezza più di sei milioni di ebrei, allora cari amici possiamo alzare bandiera bianca. Il ricordo è andato perduto o, quantomeno, è su quella strada.
Guterres è andato anche oltre e ha lanciato una iniziativa per la formazione di una alleanza globale contro l’ascesa del neo-nazismo.
Il capo delle Nazioni Unite ha sollecitato anche un’azione internazionale “per combattere la propaganda e la disinformazione”, operazione assai ardua visto quello che fanno passare i social network sull’antisemitismo e sul razzismo.
Ora, io rispetto moltissimo Antonio Guterres per quello che ha fatto come Presidente del Consiglio Europeo e, soprattutto, come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati dove non ha mai usato la retorica e ha sempre fatto seguire i fatti alle parole.
Ma questa volta temo che, nonostante le sincere intenzioni, sia andato leggermente oltre, non tanto per l’idea che è buonissima quanto piuttosto perché in molti casi chi controlla l’informazione sono gli stessi che a vario titolo e in modi diversi stanno dietro ai grandi gruppi neo-nazisti.
Vi siete mai chiesti come mai per far chiudere un gruppo neo-nazista su Facebook ci vogliono mesi o persino anni? Su Twitter poi è praticamente impossibile.
Steve Bannon ha potuto inondare il web di fake news razziste per interi anni, sui social e su diversi siti web ai quali nessuno è andato a chiedere conto di quello che pubblicavano o sono andati dai loro provider per farli chiudere.
E non vi fate ingannare dall’apparente retromarcia dei social media su Donald Trump. Lo hanno silenziato solo perché ormai si era politicamente suicidato ed era ormai alla fine. I grandi gruppi che per anni hanno veicolato i messaggi dell’ex Presidente e, soprattutto, i messaggi razzisti e antisemiti, sono ancora tutti online. Come sempre.
E per tornare all’incipit, è spaventoso che i due terzi dei giovani americani non sappia nulla dell’olocausto, spaventoso ma non incomprensibile quando ancora oggi dopo oltre 70 anni dal genocidio ebraico ci sono gruppi politici o che fanno capo a movimenti politici che non solo negano quanto successo, ma che riescono persino a giustificarlo. E se l’informazione non aiuta…