Che qualcosa non tornasse nella politica in Medio Oriente del Presidente Trump lo avevamo già segnalato lo scorso mese di luglio.
Ora, dopo il teatrino al quale abbiamo assistito alla recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove il Presidente americano e quello iraniano si sono rincorsi senza incontrarsi, quel sospetto si fa più marcato.
A lasciare perplessi è la disponibilità di Trump a revocare tutte le sanzioni all’Iran nel caso il Presidente iraniano, Hassan Rouhani, avesse accettato di incontrare il suo omologo americano.
L’incontro non è avvenuto solo perché Rouhani voleva che le sanzioni venissero tolte prima dell’incontro mentre Trump lo avrebbe fatto solo successivamente.
La revoca delle sanzioni all’Iran vorrebbe dire permettere agli Ayatollah non solo di incamerare denaro attraverso il commercio di quei prodotti che oggi non possono commercializzare liberamente (come il petrolio) ma anche tornare in possesso di tutti quei fondi congelati dall’Amministrazione USA che andrebbero immancabilmente ad alimentare i gruppi terroristici legati a Teheran.
Solo l’idea che tali sanzioni possano essere effettivamente tolte sconquassa totalmente sia la politica americana in Medio Oriente così come vista fino ad oggi, che quella difensiva israeliana che sulla continuazione delle sanzioni ha puntato quasi tutto.
Eppure, secondo Rouhani, gli USA (Trump) erano disposti a farlo pur di sedersi ad un tavolo con gli iraniani.
Trump ha effettivamente annunciato il suo NO ad un incontro alle condizioni iraniane, ma la volontà di arrivare ad un compromesso è già di per se un campanello d’allarme non indifferente per Israele.
La cosa che lascia francamente basiti è la disponibilità mostrata da Trump verso l’Iran proprio dopo un devastante attacco iraniano all’Arabia Saudita, come se la violenza e l’aggressione ad altri Stati da parte iraniana potessero pagare.
Sinceramente questa politica di Trump verso l’Iran ci lascia fortemente perplessi perché nei fatti sta inguaiando notevolmente Israele e la sua strategia di contenimento che dava per scontato il fatto che le sanzioni all’Iran non venissero revocate, anzi, dopo l’attacco alle infrastrutture saudite ci si sarebbe aspettato un ulteriore giro di vite.
L’unico motivo che ci viene in mente per questo atteggiamento di Donald Trump è che il Presidente americano voglia ottenere una “vittoria diplomatica” prima delle elezioni, ma se questo deve avvenire a scapito della sicurezza di Israele allora lasciateci dire che è una politica da folli.