Incontro Trump – Netanyahu: il mistero del piano di pace americano

6 Marzo 2018
incontro netanyahu trump

Netanyahu ha detto di non aver visto il piano di pace americano riguardante la questione israelo-palestinese e che i due leader hanno parlato pochissimo di palestinesi e molto di Iran, tuttavia dalle sue dichiarazione emerge che qualcosa Trump ha anticipato al Premier israeliano.

Ieri a Washington si è svolto l’attesissimo incontro tra il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo le dichiarazioni di Netanyahu i due leader avrebbero parlato per lo più della minaccia rappresentata dall’Iran e della situazione in Siria. «Non abbiamo speso più di 15 minuti a parlare della questione palestinese» ha detto Netanyahu dopo l’incontro. «La conversazione si è invece concentrata si Iran, Iran e Iran» ha poi continuato il Premier israeliano.

Netanyahu ha detto di non aver visto il piano di pace americano che il presidente Trump va promettendo ormai da tempo, tuttavia alcune precisazioni successive non solo fanno pensare il contrario, ma che addirittura il piano di pace americano sulla questione palestinese non sia proprio di suo gradimento.

Per esempio Netanyahu ha tenuto a precisare che «Israele non ha nessuna intenzione di “governare” i palestinesi», una precisazione che fa pensare al fatto che il piano di pace americano preveda una qualche presa di responsabilità israeliana sul governo dei palestinesi. «I palestinesi dovrebbero avere il potere di governarsi ma non quello di minacciarci» ha detto Netanyahu.

Secondo il Times of Israel a una precisa domanda da parte di un loro giornalista il Premier israeliano avrebbe risposto che «Israele non ha alcun desiderio di governare i palestinesi ma abbiamo solo il desiderio di proteggere noi stessi». Poi ha aggiunto che «la cosa più importante è che il controllo della sicurezza a ovest del fiume Giordano rimanga nelle nostre mani. Questo è un ruolo che non può assumere nessun altro», una precisazione che solleva diversi interrogativi su come gli americani intenderebbero garantire la la sicurezza di Israele o addirittura il disarmo delle fazioni palestinesi dopo la nascita di uno Stato Palestinese.

Ed è proprio quello che Netanyahu dice dopo che solleva più dubbi. «Si possono dare molte interpretazioni, ma a noi non interessano le interpretazioni» ha continuato Netanyahu. «Cosa significa Stato Palestinese? Di quale Stato stiamo parlando? Costa Rica o Hamastan? È la Svizzera o è l’Iran? È demilitarizzato? Chi lo smilitarizza? Chi garantisce quella smilitarizzazione? L’ho detto, c’è solo un potere che può farlo e questo è Israele».

Ora, leggendo tra le righe delle dichiarazioni di Netanyahu si ha avuto l’impressione, chiaramente opinabilissima, che in realtà il Presidente Trump abbia mostrato il suo piano di pace al Premier israeliano ma che quest’ultimo non sia completamente soddisfatto di tale piano di pace. Siamo logicamente sul terreno minato delle ipotesi, non ci sono certezze, ma quelle precisazioni fatte da Netanyahu e la poco credibile dichiarazione di non aver visto il piano di pace americano per la questione israelo-palestinese fanno pensare a una qualche forma di contrasto specialmente per quanto riguarda il controllo sulla sicurezza a ovest del Giordano sulla quale Netanyahu ha insistito parecchio. Ad essere maligni si potrebbe pensare che Trump voglia affidare la sicurezza di quell’area e quindi del nuovo “Stato Palestinese” a una forza terza, una cosa che Israele non può logicamente accettare.

Ma, lo ripeto a scanso di equivoci, non ci sono certezze. Ufficialmente i due leader hanno parlato per la maggior parte del tempo del pericolo iraniano e della situazione in Siria. Rimane il mistero sul perché l’amministrazione americana non renda pubblico il piano di pace per la questione israelo-palestinese che annuncia ormai da mesi in ogni occasione e, sinceramente, il fatto che Netanyahu dica di non averlo visto è davvero poco credibile.

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Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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