Parte oggi l’embargo europeo sui prodotti petroliferi iraniani. Il conto alla rovescia è quindi terminato. Teheran non ha fatto niente per evitare che si arrivasse a questo punto, cioè non ha fatto nessun passo indietro rispetto al suo programma nucleare.
In contemporanea al blocco delle importazioni del greggio iraniano da parte degli Stati europei sempre da oggi le compagnie di assicurazione sul mercato di Londra, che coprono il 95% del traffico marittimo mondiale di greggio contro collisioni e incidenti vari, cesseranno di assicurare i carichi di greggio iraniano, per cui non ci saranno petroliere nemmeno per portare il greggio iraniano verso quei paesi che non aderiscono all’embargo.
A Teheran hanno tentato sino all’ultimo di trovare una scappatoia a questo vero e proprio colpo mortale alla già precaria economia iraniana (checché ne di dica Beppe Grillo), ma la volontà di non rinunciare al proprio programma nucleare militare ha prevalso su tutto, compreso sulle sempre più difficili situazioni in cui si trova la popolazione iraniana.
In compenso gli iraniani non hanno perso la voglia di minacciare ritorsioni. L’ultima è di pochi giorni fa quando un generale dei Pasdaran ha annunciato che le navi iraniane verranno dotate di missili antinave con gittata di oltre 300 Km e che la possibilità che la marina iraniana vieti il transito nello Stretto di Hormuz è molto concreto. La risposta americana e occidentale alle minacce iraniane non ha tardato ad arrivare: «se l’Iran dovesse tentare di bloccare il traffico marittimo nello Stretto di Hormuz, saremmo costretti ad intervenire con le squadre navali che abbiamo nell’area» ha detto un ufficiale della NATO durante un incontro con alcuni giornalisti a Dubai.