Sarà un caso che subito dopo la visita del Ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, in Iran gli Ayatollah si sono sentiti i dovere di tornare a minacciare l’occidente e Israele.
Ma siccome io quando si parla di politica internazionale credo molto poco ai casi, è più probabile che la Russia abbia garantito qualche protezione al suo maggiore alleato in Medio Oriente.
Così ieri il capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Shamkhani, ha promesso di portare avanti lo sviluppo del programma nucleare fino a quando l’Occidente non metterà fine al suo “comportamento illegale”, che tradotto sono le sanzioni.
«Le azioni di ritorsione dell’Iran nel settore nucleare sono semplicemente risposte legali e razionali all’unilateralismo degli Stati Uniti e all’inazione europea e continueranno finché le pratiche illegali dell’Occidente non verranno modificate», ha detto Ali Shamkhani in un incontro con il “ministro degli esteri” dell’Unione Europea Josep Borrell.
A parte che sarebbe utile capire cosa ci sia andato a fare esattamente Josep Borrell in Iran, se cioè c’è andato per negoziare un nuovo accordo nucleare o cos’altro.
Nel primo caso mostrerebbe tutta la debolezza dell’occidente nei confronti degli Ayatollah, se invece c’è andato per altre ragioni sarebbe utile capirle bene, specie perché il viaggio di Borrell giunge il giorno dopo quello di Lavrov.
Che poi in fondo basta guardare il linguaggio iraniano per capire da chi prendono spunto gli Ayatollah e di cosa hanno parlato Borrell e gli Ayatollah. È lo stesso linguaggio del boia di Mosca e dei suoi lacchè.
L’Iran ormai da tempo è nell’orbita russa. Nel suo discorso dopo l’incontro con il Presidente iraniano, Ebrahim Raisi, il Ministro degli esteri russo ha detto che «la Russia si sta adattando alle politiche aggressive e illegali dell’occidente» e ha invitato Teheran a fare altrettanto.
Lavrov in Iran ha poi parlato di aumentare la collaborazione commerciale e militare tra Russia e Iran. In particolare parlando di collaborazione militare gli iraniani si sarebbero lamentati degli attacchi israeliani in Siria e avrebbe chiesto (e ottenuto) una maggiore deterrenza da parte dei russi.
L’Iran ormai da tempo abbaia alle porte di Israele ma attraverso l’aumentata collaborazione con la Russia e con il suo avanzato programma balistico, Teheran abbaia anche alle porte dell’occidente. Eccome se abbaia. Lo abbiamo visto in maniera trasparente nelle parole di Ali Shamkhani.