In Siria è partita una massiccia campagna di arresti nei confronti degli attivisti dei Diritti Umani e dei leader delle rivolte popolari. Secondo quanto riferiscono a Secondo Protocollo fonti dell’opposizione siriana, in contemporanea con gli arresti sarebbe stata oscurata la rete di telefonia cellulare e la rete internet.
Secondo la dissidenza siriana nelle ultime manifestazioni ci sarebbero stati almeno otto morti, mentre la polizia segreta ha provveduto ad arrestare, nella mattinata di lunedì, almeno un centinaio di attivisti e blogger dei quali non si ha più alcuna notizia.
La Syriatel e la MTN, cioè le due compagnie che gestiscono sia il traffico di telefonia mobile che quello internet, hanno fatto sapere che l’oscuramento è dovuto a “motivazioni tecniche”, ma è poco credibile che problemi tecnici abbiano colpito contemporaneamente tutte e due le compagnie.
Molto più credibile invece la teoria espressa dalla dissidenza siriana che ha ventilato l’ipotesi che il regime cerchi con tutti i mezzi di limitare la diffusione di informazioni, immagini e filmati delle proteste siriane al fine di provvedere alla repressione in maniera silenziosa e senza ridondanza internazionale.
La situazione ricorda terribilmente quella iraniana e non è escluso che “consulenti” iraniani abbiano consigliato il regime di zittire mediaticamente la dissidenza così come è avvenuto in Iran attraverso l’arresto degli attivisti e il “silenziamento” degli organi di informazione.