In questi giorni in cui prendono il via i giochi olimpici invernali a Sochi, in Russia, non si fa altro che parlare di protestare contro l’atteggiamento russo nei confronti degli omosessuali. Una cosa giusta, nessuno la mette in dubbio, ma perché parlare solo della Russia quando in altri posti, soprattutto nei Paesi islamici, gli omosessuali non solo vengono perseguitati ma letteralmente massacrati.
Il segretario dell’Onu, Ban ki-Moon, ieri ha detto che il mondo deve sollevarsi contro gli attacchi agli omosessuali . Molti anche gli esponenti politici e dello sport che hanno annunciato che utilizzeranno la vetrina dei Giochi per protestare contro le leggi anti gay varate da Vladimir Putin. Ma nessuno, dico nessuno, ha menzionato quello che succede nei Paesi musulmani dove la semplice incarcerazione o la discriminazione sono un miraggio, dove gli omosessuali (che siano uomini, donne o transessuali) vengono ammazzati senza tanti problemi, dove chi è omosessuale deve nascondersi non per non finire in carcere ma per sopravvivere e dove tutto questo, come in Russia, avviene per legge, una legge arcaica che si chiama Sharia.
Vogliamo discutere a livello globale dei Diritti degli omosessuali? Lo dobbiamo fare, ma smettiamola con questa ipocrisia di lasciare sempre fuori i più grandi carnefici di omosessuali, di far finta di non vedere il massacro quotidiano che avviene nei Paesi islamici. Putin è un balordo sanguinario e le sue leggi sugli omosessuali sono assolutamente da condannare, ma con il dare addosso alla Russia si finisce, come sempre, per scordarsi cosa avviene nel mondo islamico. Noi sappiamo perché lo fanno, perché chi tocca l’Islam è morto. Non si critica impunemente la Sharia e le sue medioevali usanze. Per questo si tace e si preferisce concentrarsi su Putin o su altri Paesi dove gli omosessuali vengono discriminati. Non che non sia giusto, è giustissimo, ma è ipocrita almeno quanto è giusto perché distoglie le menti da quello che è il più grande bacino di persecuzione degli omosessuali sul pianeta Terra. E allora parliamo di Diritti degli omosessuali ma facciamolo come si deve, parliamo di Putin, dell’Uganda e anche dell’Italia, ma non tralasciamo l’Arabia Saudita, l’Iran, la Libia, la Palestina (tanto amata dai difensori dei Diritti) e tutti gli altri Stati islamici che gli omosessuali li ammazzano e poi vanno a dire (e ti credo) che da loro non c’è nessun problema di omosessualità.
Paola P.
Per una volta sono d’accordo. Ho letto cose temende su quello che succede ai gay nei paesi islamici, in particolare in quelli africani dove vengono bruciati vivi nei villaggi, se scoperti, senza che la polizia intervenga o che ci siano condanne. Al confronto le leggi russe sono esempio di civiltà.
Articolo onestissimo e purtroppo veritiero. Io ci avrei messo anche che scommetterei sul fatto che passati i giochi nessuno si interesserà più degli omosessuali russi.
Un abbraccio a Paola, brava come sempre