In Europa tornano i fascisti. Se si toglie l’Italia dove Renzi ha letteralmente asfaltato la concorrenza e la Germania dove i tedeschi confermano la loro fiducia alla Merkel, per il resto è stato un massacro.
La vittoria più eclatante e sicuramente più ricca di incognite è quella di Marine Le Pen in Francia. I francesi hanno scelto di andare decisamente a destra dandole oltre il 30% e mettendo in seria difficoltà l’attuale esecutivo. Terzo partito in Grecia è Alba Dorata, il partito nazista ellenico. Incredibile (ma non troppo) la vittoria schiacciante di Viktor Orban in Ungheria. Il suo partito antisemita e xenofobo, Fidesz, ha preso oltre il 50%. Ma l’estrema destra avanza un po’ in tutto il continente, una avanzata che se unita a quella degli euroscettici dei piccoli partiti di sinistra cambia notevolmente il quadro politico europeo, se non altro in prospettiva.
E’ chiaro ormai a tutti che la politica del rigore imposta dai burocrati di Bruxelles non funziona e diventa persino dannosa scatenando un rigurgito neo-fascista che da allarmante qual’era è diventato una tragica realtà.
Cosa cambia adesso?
Ora il Parlamento Europeo dovrà fare i conti con la nutrita truppa di euroscettici. Probabilmente vedremo una coalizione tra il PPE e il S&D dato che nessuno dei due principali partiti ha la maggioranza nel Parlamento Europeo. E’ una ipotesi più che realista dato che tutte le altre sigle sono composte in maggioranza dagli euroscettici che proprio Marine Le Pen sta cercando di coalizzare. Ma questo potrebbe non bastare se la politica europea continuerà a essere quella vista fino ad oggi. Quindi il PPE e il S&D dovranno giocoforza cambiare decisamente la loro politica portandola da quella del rigore a quella dello sviluppo. E non dovranno mancare le riforme necessarie a trasformare l’Unione Europea da una semplice unione monetaria a una vera unione politica, una entità che possegga una politica estera comune degna di questo nome (quindi la Ashton è sclusa), una politica di difesa comune, una Costituzione vera e propria che vada a sostituire quella cosa ibrida che è il Trattato di Lisbona. Insomma, serve un’altra Europa.
Il semestre italiano
Il semestre italiano che sta per arrivare viene a fagiolo. Renzi è più che legittimato dallo storico successo avuto in Italia e può far valere tutto il peso di essere l’unico partito europeo di sinistra e al governo ad aver guadagnato consenso invece di perderlo. Tradotto in soldoni, Renzi potrà spingere per quei cambiamenti necessari all’Europa che tanto ha reclamizzato in campagna elettorale. E non potranno non ascoltarlo. Paradossalmente l’Italia che fino a ieri era considerato uno degli anelli deboli dell’Unione Europea potrebbe diventarne un cardine.
In definitiva non tutto il male vien per nuocere. Il messaggio che arriva da queste elezioni europee dice con chiarezza che la gente è stufa di questa Europa e che chiede un cambiamento significativo. Ancora la maggioranza degli europei crede nell’Euro e nell’Unione Europea, ma la forbice si è drasticamente ridotta. Se a Bruxelles saranno in grado di vedere quello che sta avvenendo forse ancora una speranza c’è. Diversamente sarà l’inizio della fine dell’Unione Europea.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Carlotta Visentin
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“E non dovranno mancare le riforme necessarie a trasformare l’Unione Europea da una semplice unione monetaria a una vera unione politica, una entità che possegga una politica estera comune degna di questo nome (quindi la Ashton è sclusa), una politica di difesa comune, una Costituzione vera e propria che vada a sostituire quella cosa ibrida che è il Trattato di Lisbona. ”
Toh,guarda un po’: erano le proposte dell’ALDE, che in Italia ha preso lo 0,7%, purtroppo. Perché dovrebbero realizzarle gli altri due grossi partiti europei?