Guerra Stati Uniti – Iran: gli unici veramente interessati sono i pasdaran

15 Giugno 2019

I russi sostengono che gli Stati Uniti stiano cercando di “costruire un consenso internazionale” per attaccare l’Iran. E lo fanno con una campagna mediatica volta a sminuire le prove presentate dal Pentagono con un video che mostra i Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC o pasdaran) intenti a rimuovere una mina magnetica inesplosa da una delle due petroliere attaccate due giorni fa nel Golfo di Oman.

A Mosca sono maestri della disinformazione, la sanno fare benissimo sin dai tempi dell’Unione Sovietica. Non parlano minimamente del video che incastra le guardie rivoluzionarie iraniane ma si gettano sugli errori americani del passato, o quantomeno su quelli che a Mosca considerano errori.

Coniano una frase ad effetto sostenendo che per gli americani non servono prove ma che basta un “è verosimile”.

E quindi, sempre secondo i russi, se gli americani non hanno prove degli attacchi iraniani alle petroliere saudite di qualche tempo fa e a quelle giapponesi di due giorni fa, dicono che «è verosimile che siano stati gli iraniani» e questo dovrebbe essere sufficiente al resto del mondo per avvallare la politica americana.

Peccato che il video che incastra i pasdaran iraniani intenti a rimuovere le prove che li avrebbero incastrati è li a dimostrazione che questa volta le accuse americane sono supportate da prove certe. Non è quindi “verosimile” che siano stati gli iraniani ad attaccare le due petroliere nel Golfo di Oman, è una cosa certa.

Come è una cosa certa che a Teheran abbiano ripreso l’arricchimento dell’uranio in aperta sfida al mondo libero. Questa volta di “verosimile” non c’è niente. Ci sono solo certezze.

E sono quelle stesse certezze che per anni l’Agenzia Atomica Internazionale ha fatto finta di non vedere e che solo una delle più ardite operazioni di spionaggio della storia moderna implementata dal Mossad ha portato alla luce.

L’impegno russo nel cercare di sminuire queste certezze è sicuramente ammirevole ed è professionalmente ineccepibile, ma non basta a rendere “meno certe” o “verosimili” le prove portate dagli americani e dagli israeliani sulle attività terroristiche e nucleari iraniane. Possono girarci intorno quanto vogliono, le prove ci sono e sono terribilmente reali.

Non si tratta quindi di essere falchi o colombe, non si tratta di cercare una scusa per attaccare l’Iran. Non servono scuse quando ci sono le prove.

Ci sarà quindi una guerra tra Stati Uniti e Iran? Non è detta. Donald Trump, come del resto Netanyahu, sono meno falchi di come vengono descritti. Sanno benissimo che una guerra con Teheran si trasformerebbe in brevissimo tempo in un conflitto regionale con conseguenze difficilmente quantificabili in questo momento.

E nonostante le forti pressioni interne (ed esterne), nonostante le dichiarazioni bellicose nei confronti di Teheran, sembrano più intenzionati a proseguire nell’opera di “strangolamento” economico dell’Iran e nella prevenzione di un posizionamento iraniano a ridosso di Israele, piuttosto che gettarsi in un conflitto dalle conseguenze imprevedibili.

Al contrario, gli unici che sembrano voler accentuare le tensioni sono proprio gli iraniani, probabilmente più per questioni interne al regime che per altro.

Lo “stato parallelo” – come vengono definiti i Guardiani della Rivoluzione Islamica – si sente sempre più messo in discussione e hanno terribilmente bisogno di dimostrare la loro forza e, soprattutto, che non temono nessuno, nemmeno la più grande potenza al mondo.

È un gioco rischiosissimo quello dei pasdaran, ma è l’unica carta che possono giocare in questo momento per mantenere l’immenso potere che hanno accumulato in questi decenni di regime islamico.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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