Non l’ha presa molto bene Ilhan Omar la decisione del Premier Netanyahu di vietare a lei e, in un primo momento, a Rashida Tlaib l’ingresso in Israele. In un comunicato dice:
“E’ un affronto che il Primo Ministro Israeliano Netanyahu, sotto la pressione del Presidente Trump voglia vietare l’ingresso a rappresentanti del governo degli Stati Uniti. Il Muslim ban è ciò che Israele sta attuando, questa volta puntualmente contro due elette al Congresso. Vietare di entrare in Israele non solo limita la nostra capacità di imparare dagli israeliani, ma di entrare nei territori palestinesi.”
E poi la solita retorica che Israele limita il movimento dei palestinesi, la sua “brutale occupazione dei territori” e l’islamofobia del presidente americano. Infine ironizza sulla “sola democrazia in Medio Oriente che compie un gesto contro i valori democratici”.
Ironico invece che ci sia un rappresentante vicino alla Fratellanza musulmana, favorevole alla Sharia e al BDS eletta nel Congresso e che vorrebbe entrare in Israele per aizzare ancora di più i fanatici e i terroristi. Le sue dichiarazioni sono facilmente confutabili:
- il Muslim ban non ha a che fare con Israele ma riguarda gli USA e non è rivolto verso tutti i paesi islamici ma solo alcuni (pochi) sponsor del terrorismo, tranne il Qatar fa affari negli USA.
- Il divieto di ingresso era stato applicato anche a personaggi del mondo dello spettacolo e comuni cittadini che appoggiavano il BDS (Boicottaggi, Disinvestimento e Sanzioni) come da legge
- Non esiste nessuna apartheid in Israele (non lo dice chiaramente la Omar ma parla di “limitare il movimento dei palestinesi”, che viene attuata solo in caso di crisi e gravi pericoli per la sicurezza e riguarda la Strisci di Gaza e nel caso di gravi crisi in Giudea e Samaria)
- L’islamofobia non esiste e in Israele più del 20% dei cittadini sono musulmani che hanno diritto al voto e sono rappresentati nella Knesset, tanto che possono dire tutto ciò che vogliono contro il governo in totale libertà.
Lo smacco per la Omar arriva dalla richiesta accettata dal Ministro dell’Interno isaeliano Aryeh Deri per Rashida Tlaib, in quanto originaria della Giudea-Samaria, che ha chiesto il permesso per trovare i suoi parenti che vivono nel villaggio di Beit Ur al-Fouqa:
“Vorrei chiedere l’ammissione in Israele per visitare i miei parenti, in particolare mia nonna, che ha una novantina di anni e vive a Beit Ur al-Fouqa. Potrebbe essere la mia ultima opportunità di vederla. Rispetterò qualsiasi restrizione e non farò propaganda per il boicottaggio verso Israele durante la mia visita”
Non male per un personaggio abituato a comportarsi in maniera isterica con le sue scenate famose prima e dopo la sua elezione. In questa richiesta piena di umanità, il governo israeliano ha fatto bene ad accettarla, e non poteva essere altrimenti per l’unica democrazia in Medio Oriente. La Omar rimane invece fuori. Lei non ha nulla a che fare e la sua presenza può essere solo nociva.