La ANP non riconoscerà mai Israele: ma allora su cosa si sta trattando?

Ieri il Primo Ministro israeliano ha proposto all’Autorità Nazionale Palestinese il prolungamento della moratoria sulle costruzioni ebraiche in Cisgiordania in cambio del riconoscimento di Israele. La risposta è arrivata a stretto giro di posta: non se ne parla.

E’ stato Nabil Abu Rudainah, portavoce del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) a svelare al mondo quello che tutti sapevano già da un po’ ma che in molti continuano tranquillamente a ignorare e cioè che i palestinesi non riconosceranno mai Israele. “L’Autorità Nazionale Palestinese non riconoscerà mai Israele come Stato ebraico” ha detto Nabil Abu Rudainah seguito a ruota dalle dichiarazioni del Movimento Al Fatah, il quale ha riaffermato il concetto che i palestinesi non riconosceranno ma Israele.

A questo punto allora mi domando una cosa: su cosa si sta trattando in Medio Oriente? No perché io sapevo che l’unica pregiudiziale posta da sempre da Israele fosse il riconoscimento reciproco. Come fanno due persone a trattare se non si riconoscono? Io sapevo anche che fosse Hamas a opporsi a qualsiasi riconoscimento di Israele e che Fatah avesse ormai accettato l’idea del riconoscimento, almeno a parole. Ora è chiaro che viene meno qualsiasi motivo di trattativa tra Israele e palestinesi.

Quello che però proprio non mi spiego è il totale silenzio della comunità internazionale di fronte alle disastrose parole della Autorità Nazionale Palestinese. Come può la comunità internazionale pretendere da Israele che tratti con chi non vuole riconoscere lo Stato ebraico? E come può chiedere che le trattative continuino? Su quali basi?

Io non sono molto amante della destra israeliana e di certo non sono una ammiratrice di Benjamin Netanyahu, però se a questo punto il Governo israeliano decidesse di proseguire per la propria strada senza più considerare l’esistenza della Autorità Nazionale Palestinese voglio vedere chi potrebbe biasimarlo. Niente riconoscimento? Niente concessioni.  Diversamente sarebbe l’ennesima trattativa a senso unico.

Sharon Levi

6 commenti su “La ANP non riconoscerà mai Israele: ma allora su cosa si sta trattando?”

  1. chissà come mai queste cose sulla stampa italiana non si leggono. Ma come fanno a pretendere qualcosa se nonvogliono riconoscere Israele?

  2. anche a me sta un po’ sul cavolo la destra israeliana però a questo punto non vedo su cosa si debba trattare. E tanto per cambiare oggi la Ashton ha detto la sua protestando solo (e sottolineo solo) per il giuramento di fedeltà a Israele e sorvolando bellamente su questa dichiarazione che di fatto chiude le trattative

  3. Nell’articolo si centra l’essenza di tutto il conflitto: il riconosicmento di Israele come Stato legittimo del popolo ebraico, come aspirazione nazionale, come diritto di esistenza.
    E’ un riconosicmento che chiuderebbe il conflitto da future rivendicazioni e darebbe piena applicazione al principio “due popoli per due Stati”.
    Da parte palestinese si assiste ad una posizione di intransigenza perchè verrebbe meno l’approccio per “fasi”: avere senza riconoscere, non porre fine alle rivendicazioni future, arrivare ad avere la forza di imporre uno Stato binazionale con una minoranza, con tutto ciò che consegue- ebraica nella migliore delle ipotesi o altro ancora.

  4. Giusto Salvo. E così questa storia andrà avanti all’infinito senza mai arrivare a una conclusione per l’estrema felicità di tutti quelli che con questo conflitto ci mangiano a sbafo

  5. IL GRAVE ERRORE ISRAELIANO.
    Liberare centinaia di palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane, tra cui incalliti assassini e bombaroli nella speranza di rivedere il povero Shalit, è il macroscopico errore che il governo israeliano continua a fare. Non ha ancora capito che il povero soldato non verrà mai liberato, nemmeno se Israele svuoterà completamente le carceri. E’ un ostaggio così importante sotto il punto di vista mediatico che Hamas lo metterà “in vendita” per un accordo impossibile per Israele, e così passerà dalla parte di quella genia falsa e ingorda.
    Arafat con i suoi odiati fratelli di Hamas non riconoscerà mai Israele perchè perderebbe la faccia tra i palestinesi, e farebbe il gioco di Hamas che in breve tempo si rafforzerebbe così tanto da diventare invincibile tra gli arabi palestinesi presenti in Israele. Non certamente tra gli arabi israeliani, che vedrebbero di buon occhio uno stato palestinese ed uno israeliano, e al momento di scegliere in che stato stare, ci sarebbe il fuggi fuggi generale dal futuro stato palestinese, che in breve tempo diventerebbe lo stato Di Hamas, diretto e guidato dall’Iran.
    Israele non dovrà più sottostare a nessun ricatto da parte di incalliti assassini, nè intavolare trattative di pace che non abbiamo come punto primario il riconoscimento di Israele.
    Ricordatevi che per questi cani feroci l’israeliano buono è solo quello morto, dunque……. a buon intenditor poche parole.

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