Nella politica ci dovrebbe essere un limite anche alla autocelebrazione e alla megalomania, specialmente se deriva da sondaggi chiaramente taroccati e pubblicati solo per magnificare meriti e ruoli che non ci sono.
Invece in Turchia la nota agenzia Areda Survey, che non pubblica un sondaggio contrario a Erdogan neanche sotto tortura, ha superato ogni limite e ha certificato che il leader del mondo musulmano sarebbe Recep Tayyip Erdogan.
Il sondaggio sarebbe stato condotto, guarda il caso, in Egitto dove cioè c’è un governo fortemente ostile alla Fratellanza Musulmana di cui proprio il dittatore turco si è autoproclamato capo indiscusso.
E, guarda sempre il caso, esce a ridosso dell’arresto avvenuto proprio in Egitto di Mahmoud Ezzat, cioè di uno dei più importanti leader della Fratellanza Musulmana.
Sempre per caso il sondaggio della poco indipendente Areda Survey esce su un giornale che sostenere essere legato a Erdogan è puro eufemismo, quel Yeni Safak che per la Turchia quello che è Sputnik per la Russia.
Nell’articolo di Yeni Safak si può leggere tutta l’adorazione che nutrono per Erdogan, ma soprattutto si può capire con estrema precisione come funziona la macchina della propaganda messa in piedi dal califfo turco.
A parte il fatto che ormai in Turchia non c’è più un giornale indipendente che possa fare seriamente opposizione a Erdogan, quello che rimane della stampa turca è una accozzaglia di “adoratori di Satana”, una setta di giornalisti che lavora H24 per giustificare le malefatte del califfo turco, oppure per glorificare le sue mosse politiche e militari. Non siamo a livello della Corea del Nord, ma cominciamo ad andarci vicini.
Quello che però dovrebbe veramente preoccupare non è tanto la megalomania che il califfo dimostra in patria, che comunque è una brutta cosa, quanto piuttosto quella che dimostra fuori dalla Turchia.
Ora, i numeri del sondaggio egiziano di Areda Survey sono certamente gonfiati e taroccati, ma poi mica più di tanto. È plausibile che la parte “meno informata” del mondo musulmano veda in Erdogan quello che per un po’ di tempo ha visto in Abu Bakr al-Baghdadi, cioè un leader in grado di mettere l’Islam e il Jihad al di sopra di ogni cosa. E non sono pochi.
Quindi, se in un primo momento l’autocelebrazione e la megalomania di Erdogan potrebbero far sorridere, come è successo a me leggendo il titolo dell’articolo di Yeni Safak, è bene ricordare che la fuori ci sono qualche decina di milioni di musulmani osservanti che a queste cose ci credono. Ed Erdogan lo sa benissimo.