Se è vero che l’11 maggio 2011 o al più tardi il 10 giugno 2011 nel centro Italia si verificherà una nuova potentissima scossa di terremoto, perché si dovrebbe ricostruire l’Aquila? Potrebbero aver pensato questo al Governo quando sono state diffuse le previsioni di Raffaele Bendandi, l’uomo che prevedeva i terremoti e che aveva previsto anche quello che il 6 aprile distrusse l’Aquila e persino quello apocalittico che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo.
Per la cronaca Bendandi è morto il 3 novembre del 1979 portando con se i suoi segreti sulle previsioni dei terremoti, ma il fenomeno ha continuato a suscitare interesse anche perché le previsioni di Bendandi si sono verificate 3 volte su 6. Giudicato uno “speudo-scienziato” non è mai stato ascoltato dalla comunità scientifica, ma potrebbe esserlo dall’attuale Governo che dopo due lunghissimi anni non ha ancora messo mano alla ricostruzione dell’Aquila.
Questo Governo ci ha abituati a tutto, non è escluso quindi che abbia pensato anche a questo. Perché spendere soldi quando si può fare un lavoro tutto insieme? Aspettiamo il prossimo terremoto così ricostruiremo l’Aquila una volta per tutte e come Dio comanda.
Intanto all’Aquila si guarda con ammirazione a come in Giappone abbiano ricostruito le strade in appena una settimana, a come la macchina degli aiuti e della ricostruzione si sia messa subito in moto nonostante il terremoto giapponese sia stato centinaia di migliaia di volte più potente e distruttivo di quello che ha colpito l’Aquila. Da noi invece i furbetti della cricca gioivano per i soldi che avrebbero guadagnato con il terremoto e adesso rischiano pure di farla franca insieme a quelli che hanno costruito la casa dello studente usando fanghiglia e sabbia invece che cemento armato. E si, perché se passa il processo breve questi qua la faranno tutti franca e si metteranno li ad aspettare il prossimo terremoto per farsi ancora quattro risate. Tranquilli, se Bendandi aveva ragione ci sarà poco da aspettare.
Un terremotato dell’Aquila
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