Giusto per essere chiari, di quello che fa Facebook non mi meraviglia più nulla. La creatura di Mark Zuckerberg va avanti con degli algoritmi che per esempio permettono largamente agli antisemiti di condividere le loro nefandezze e magari bloccano un ragazzino che scrive una parolaccia.
Il problema sarebbe ridicolo se non fosse che Facebook è ormai diventato una vera e propria fonte di informazione e come tale andrebbe trattata, anche e soprattutto a livello legale.
Perché dico questo? A parte che nel mio lavoro ho visto centinaia di post chiaramente antisemiti e inneggianti alla violenza girare tranquillamente per il social senza che nessuno intervenisse nonostante le segnalazioni. Ma nelle scorse ore mi è successo di essere stato bloccato perché ho denunciato con forza e con un video come i russi stessero bruciando i campi di grano in Ucraina.
Ebbene, per il fatto che abbia scritto “russi bastardi” l’algoritmo di Facebook, probabilmente aiutato da una manina filo-russa, ha bloccato il sottoscritto, cancellato il video e minacciato sfracelli.
Ho subito contestato la decisione e ho anche inoltrato un ricorso tramite Oversight Board, cioè tramite un organismo indipendente che sostiene di tutelare la libertà di espressione (va beh…).
Chiaramente il tutto non è servito a nulla se non a farmi perdere tempo e a rovinarmi il fegato più di quanto non facciano già le medicine per la Sclerosi Multipla.
Tuttavia la cosa mi ha fatto riflettere più di quanto non sia successo le altre volte che ho visto Facebook fare delle vere e proprie porcate.
Facebook mi ha bloccato perché ho denunciato la “bastardaggine” dei russi che bruciano il grano pronto per essere mietuto (come potete vedere nel video si vede che gli ucraini si affrettano a mietere prima che bruci tutto) e che così facendo provocheranno la più grande crisi alimentare della storia moderna.
Cioè, il più importante aggregatore di notizie del mondo, quindi la più importante fonte di informazione, più importante di Google news che ormai non guarda più nessuno, ha deciso che non potevo denunciare quello che i russi stavano facendo al mondo, AL MONDO non solo agli ucraini.
Ora, capirete che per un sito che si occupa di Diritti e per una persona che ha fatto del Diritto una ragione di vita, la cosa non solo è inaccettabile ma merita un “approfondimento legale”.
Prima di tutto è arrivato il momento che Facebook risponda delle proprie responsabilità legali esattamente come succede alle altre fonti di informazione. Cioè, se il social accetta di far girare un post antisemita, magari scritto in arabo come spesso succede, ne deve rispondere legalmente. Se fa girare un post che incita all’odio ne deve rispondere legalmente.
Sono “incarognito”, letteralmente furioso per come Facebook mi abbia impedito di denunciare la bastardaggine dei russi, è ripeto la parola BASTARDAGGINE, perché non trovo una parola più adatta per descrivere quello che stanno facendo al mondo.
Mi si dirà che non posso mettere tutti i russi sullo stesso piano, però sono i russi che mantengono Putin al potere. Sono i russi che in grande maggioranza sostengono la guerra di Putin contro l’Ucraina anche se ben “indirizzati” da una campagna di disinformazione che dura da anni.
Mi rivolgo genericamente “ai russi” perché non c’è altro modo, non c’è un modo per distinguerli dal loro vertice criminale. Non è “russofobia”, è praticità insieme a realismo.
E se la più grande e importante fonte di informazione del mondo considera un incitamento all’odio chiamare bastardi chi brucia deliberatamente quel grano che serve a sfamare il terzo mondo, allora è meglio tornare con decisione a Google news e lasciare Facebook per le foto dei gattini com’era all’inizio.