Trump e Biden hanno lo stesso problema: faticano a condannare gli estremismi

Di solito non amo parlare di politica perché ogni volta che lo faccio trovo sempre l’ideologizzato di turno che non riesce mai ad andare oltre al benaltrismo o agli slogan invece che dialogare sul merito.

Questa volta però voglio fare una eccezione anche perché, come si dice dalle nostre parti, faccio “granata pari”, cioè non faccio differenza tra la destra di Trump e la sinistra di Biden.

Ieri sera si è svolto il primo duello elettorale faccia a faccia (quando inizieremo a farli anche da noi sarà sempre troppo tardi) tra i due candidati alla presidenza e sembra che il gradimento maggiore sia andato a Biden.

Non starò a ripercorrere gli argomenti e le buriane tra i due (Trump come sempre più aggressivo, Biden più pacato ma diretto). Quello che mi ha colpito è stata la totale sottovalutazione da parte di tutti e due i candidati del fenomeno degli estremismi, sia di destra che di sinistra.

Proud Boys da un lato (quello destro) ANTIFA dall’altro (quello sinistro). I primi estremisti di destra con infiltrazioni piuttosto pesanti da parte dei suprematisti bianchi, fondati da un antisemita serio come Gavin McInnes, i secondi antifascisti solo nel nome in realtà più fascisti e violenti nonché antisemiti dei fascisti veri.

Né Trump né Biden sono riusciti a condannare con fermezza questi due movimenti, in particolare gli ANTIFA che negli ultimi mesi hanno organizzato praticamente tutte le proteste viste negli USA, da quelle contro la polizia a quelle contro le Giovani Marmotte, proteste che non di rado sono sfociate in violenze gratuite con danneggiamenti seri e aggressioni.

Da noi queste cose non si sanno perché a sentire la TV gli ANTIFA sarebbero tutti bravi e buoni e difendono i Diritti dei più deboli, non di rado pluripregiudicati.

Di contro c’è questo movimento di estrema destra, i Proud Boys, forse meno casinisti degli ANTIFA ma certamente più pericolosi, anche perché ben armati e pronti a “scendere in campo” se gli venisse chiesto.

Nel dibattito di ieri sera a un certo punto, rivolto ai Proud Boys, Trump ha detto “state indietro e state a guardare”, quasi un invito a stare buoni fino alle elezioni ma a stare pronti ad intervenire se poi le cose dovessero andare male.

Il messaggio era così chiaro che in pochi minuti sui social è cambiato anche il logo dei Proud Boys al quale hanno aggiunto “Stand Back” e “Stand By”.

Non è una bella cosa, né l’invito di Trump ai Proud Boys né il silenzio di Biden sugli ANTIFA.

A mia memoria non ricordo delle elezioni americane così pericolosamente avvelenate dagli estremismi.

E non è una bella cosa, specialmente in un momento come questo in cui oltre alla pandemia di COVID-19 il mondo si trova a dover fare i conti con regimi sempre più autoritari e violenti (Cina, Russia, Turchia, Iran ecc. ecc.) e servirebbe un’America davvero forte e democratica.

Siamo così presi dai nostri guai da guardare le elezioni americane quasi con distacco, dimenticando il ruolo fondamentale degli USA nella difesa del mondo libero e democratico, un ruolo messo in discussione proprio dagli estremismi che attraversano l’America.

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