Istanbul, Turchia (Rights Reporter) – Il “democratico” Erdogan continua le epurazioni di tutti coloro che a vario titolo si appongono al suo regime islamista. Ieri la polizia turca ha arrestato 15 alti ufficiali dell’esercito con l’accusa di essere tra gli organizzatori dell’ormai palesemente finto golpe del luglio 2016.
Secondo le agenzie turche un sedicesimo ufficiale sarebbe ricercato attivamente mentre nelle prossime ore non si escludono altri arresti. 14 degli ufficiali arrestai ieri erano in servizio al momento dell’arresto.
Ieri la polizia turca ha fatto sapere di aver arrestato o emesso mandati di cattura anche per 44 insegnanti perché sospettati di far parte della rete di scuole messa in piedi dall’acerrimo nemico di Erdogan, Fethullah Gulen.
Da quando il finto golpe è stato implementato Erdogan ha fatto terra bruciata dei suoi oppositori. I numeri sono quelli di una vera epurazione: 50.000 persone sono state arrestate e molte di loro sono ancora in attesa di processo. Oltre 150.000 persone, tra cui molti dipendenti statali e insegnanti, sono state licenziate solo perché sospettate di non condividere la linea del dittatore turco. Tutte queste persone non godono di nessuna garanzia e di nessun Diritto Umano in quella che è stata una vera e propria operazione di pulizia degli oppositori.
Il mondo silente
Nonostante sia ormai più che evidente che il finto golpe del luglio 2016 altro non era che una grande operazione messa in piedi dallo stesso Erdogan allo scopo di liberarsi di tutti coloro che vi si opponevano e nonostante la fortissima deriva autoritaria che ne è seguita, a parte qualche voce soffusa di protesta, nulla si muove in occidente per mettere un freno alla dittatura del nuovo capo della Fratellanza Musulmana. Addirittura c’è chi continua a perorare l’ingresso della Turchia in Europa e a considerarla un Paese democratico.