Turchia: finito lo stato di emergenza. Il vero golpe? Quello di Erdogan

19 Luglio 2018
erdogan turchia

Oggi finisce lo stato di emergenza in Turchia imposto da Erdogan dopo il controverso tentativo di golpe del luglio 2016 anche se in realtà molte delle disposizioni contenute in quella disposizione verranno mantenute attive con una apposita legge che il Parlamento turco si appresta a votare.

In questi due anni più di 113.000 persone sono state arrestate delle quali ancora oltre 50.000 sono in carcere, in 107.000 hanno perso il lavoro perché sospettate di far parte del movimento che fa capo a Fethullah Gulen, il predicatore che Erdogan accusa di essere a capo del tentativo di golpe.

Ma è proprio in questi due anni che si è assistito al vero golpe in Turchia, quello di Recep Tayyip Erdogan sostenuto dalla Fratellanza Musulmana che sfruttando proprio lo stato di emergenza ha incarcerato qualsiasi oppositore, silenziato la stampa ostile, messo alla berlina chiunque osasse anche solo minimamente contestare Erdogan e infine ha imposto un cambio alla Costituzione che nei fatti trasforma la Turchia da Stato laico a regime islamico. I sostenitori di Erdogan sostengono che il referendum che attribuisce al Califfo turco poteri davvero eccezionali si è svolto in maniera democratica quando invece proprio grazie allo stato di emergenza quel referendum è stato ampiamente falsato in quanto la legittima opposizione è stata praticamente resa impotente e costretta al silenzio.

Una nuova legge per mantenere uno stato di emergenza mascherato

Lunedì scorso il partito di Erdogan ha presentato un disegno di legge volto a mantenere alcune disposizioni dello stato di emergenza per altri tre anni. La prossima settimana il disegno di legge approderà in Parlamento e se, come ci si aspetta, verrà approvato consentirà la detenzione degli oppositori solo in base a una richiesta della magistratura, anche se non accompagnata da motivazioni, per almeno 12 giorni (invece dei due previsti). Consentirà inoltre alle autorità di mantenere il potere di licenziare i dipendenti pubblici in base al sospetto di appartenere alla rete di Gulen. I governatori avranno il diritto di impedire alle persone di uscire o entrare da determinate aree per un massimo di 15 giorni per non ben specificati “motivi di sicurezza”. Le proteste e le manifestazioni potranno tenersi solo di giorno e dovranno comunque essere approvate, cosa che in sostanza non avverrà mai se si tratta di contestazioni al regime di Erdogan. Ci sono poi alcuni aspetti che nei fatti consentiranno alla polizia e all’esercito di arrestare chiunque venga considerato una “minaccia” per il regime. Insomma, è uno stato di emergenza mascherato. l’ennesimo vero golpe di Erdogan.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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