Chi poteva pensare che un sito internet come YouTube, paladino della diffusione di ogni tipo di immagine e filmato, catino di ogni sorta di video, apripista del concetto di trasmissione delle idee attraverso i filmati, censurasse propri quei filmati che, pur con una certa durezza, denunciano gravissime violazioni dei Diritti Umani.
E invece è così. Sommerso dalle proteste di pochi estremisti YouTube ha ceduto alle pressioni e ha prima oscurato un video che mostrava la durissima repressione del governo iraniano sui manifestanti curdi che venivano impiccati in piazza, avvisandoci di non inserire più video del genere, poi ha oscurato un video che mostrava l’impiccagione in Iran di una donna incinta, sospendendo il nostro account per un mese, e infine ha censurato un video, visto da migliaia e migliaia di persone, che mostrava la fustigazione di una ragazza pakistana rea di voler scegliere il proprio uomo, diverso da quello imposto dalla famiglia. Terzo richiamo e account chiuso. La scusa? Violazione delle regole di YouTube in quanto è vietato inserire video “allo scopo di fare sensazionalismo” o di “turbare le coscienze”.
Ebbene lo ammettiamo, i nostri video turbavano le coscienze, denunciavano con le immagini, spesso molto crude, incredibili violazioni dei Diritti Umani. Mostravano i manifestanti iraniani massacrati dal regime, mostravano uccisioni sommarie, mostravano le impiccagioni che quasi tutto il mondo fa finta di non vedere, mostravano scene di guerra che non venivano da film di Hollywood, ma erano realissime in tutta la loro crudezza. Ma erano tutto fuorché sensazionalisti. Piuttosto erano estremamente realistici.
Ed è forse l’estremo realismo di questi video che ha spinto YouTube a oscurare i nostri video, a cedere alle pressioni di una lobby islamica indignata dal fatto che si mostrassero certe realtà scomode, che ci fossero video in grado di mostrare con le immagini cosa può fare l’estremismo islamico. E’ scomodo vedere una donna incinta impiccata mentre tutto intorno si alzano grida di lode ad Allah. “Allahu Akbar” gridavano mentre la poveretta ci metteva minuti a morire perché le avevano messo male il cappio (qui il video). “Allahu Akbar” gridavano mentre impiccavano i poveri curdi colpevoli solo di chiedere più Diritti. Il nome di Allah gridavano mentre quel padre/padrone fustigava la giovane ragazza colpevole di amare un uomo diverso da quello imposto dalla famiglia (il video di seguito all’articolo).
Che delusione vedere un mezzo potente come YouTube cedere alle pressioni di estremisti islamici che non vogliono far vedere le incredibili violazioni dei Diritti Umani delle quali si macchiano. Che delusione constatare come un mezzo della rete nato con lo scopo di diffondere “la verità” si pieghi al volere di certe lobby che invece certe “scomode verità” le vogliono nascondere. Che delusione vedere su YouTube ogni genere di filmato, compresi quelli veramente moralmente discutibili, e poi accorgersi che quei video che mostrano realtà crude, che dimostrano come in certi luoghi i Diritti Umani vengano calpestati, vengono censurati e chi li propone viene messo alla berlina.
Noi non lanceremo nessuna campagna contro YouTube, non si meritano questo onore. Non ci iscriveremo nemmeno con un altro nick name per eludere i loro controlli. Appoggeremo semplicemente i nostri video su altre piattaforme anche se chiaramente a loro non fregherà un bel niente di tutto questo. Ma lasciateci dire che l’ipocrisia dimostrata in questa occasione dalla più importante piattaforma video del mondo è davvero “imponente”. E’ la dimostrazione che l’essere grandi non significa solo essere ovunque (YouTube fa parte di Google), ma significa soprattutto essere “grandi dentro”. Beh, sotto questo aspetto YouTube è decisamente miserabile.
Secondo Protocollo
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