Iran (Rights Reporter) – Ali Akbar Velayati è uno dei consiglieri più fidati e influenti del Grande Ayatollah Ali Khamenei e ha accusato il Presidente del Kurdistan, Massoud Barzani, di essere un intermediario di Israele e di lavorare per la divisione del mondo islamico.
“Barzani è un intermediario dei sionisti il cui obiettivo è quello di disintegrare i paesi islamici”
« Barzani è un intermediario dei sionisti il cui obiettivo è quello di disintegrare i paesi islamici» ha detto Ali Akbar Velayati in una dichiarazione rilanciata dalle agenzie iraniane aggiungendo che «vista l’esperienza della Palestina i Paesi musulmani non permetteranno la nascita di un nuovo Israele nella regione».
Secondo Ali Akbar Velayati ben presto il popolo curdo si accorgerà dell’errore e manderà a casa Barzani. «Purtroppo Barzani è stato per troppo tempo collegato al regime sionista e non ha imparato nulla dalla questione palestinese» ha aggiunto il consigliere della Guida Suprema iraniana.
Poi lancia un ammonimento: «La regione del Kurdistan è parte integrante dell’Iraq e della Repubblica Islamica dell’Iran e non c’è possibilità che si possa separare. Chiunque lavorerà per l’indipendenza della regione del Kurdistan o appoggerà le loro ambizioni (Israele n.d.r.) se la dovrà vedere con noi. Non permetteremo al regime sionista di destabilizzare la regione», posizione confermata anche dal ministro della Difesa iraniano, il Generale Amir Hatami. «La Repubblica islamica dell’Iran si oppone a qualsiasi mossa che porterà ad un cambiamento delle frontiere geografiche e alla ripartizione dei paesi regionali» ha dichiarato Hatami.
Ieri sera il Governo curdo ha diffuso i risultati del referendum per l’indipendenza tenutosi lunedì scorso secondo i quali oltre il 90% della popolazione curda ha votato per il SI, un risultato che smentisce le deliranti dichiarazioni iraniane in merito al fatto che la popolazione curda avrebbe “mandato a casa” Barzani. Sembra invece evidente il tentativo iraniano di usare il referendum curdo per l’ennesimo attacco a Israele e di trasformare la questione curda in un conflitto religioso.
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