Non bisogna sottovalutare l’appello/monito lanciato ieri dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sull’autocontrollo che devono mantenere le forze politiche e la magistratura. Sarebbe un gravissimo errore se ciò avvenisse, specie in un momento come questo in cui il Paese è chiaramente in una fase di impoverimento morale oltre che economico.
Lo scontro in atto tra politica e magistratura, due organi costituzionali che dovrebbero essere indipendenti, sta di fatto impoverendo il Paese e lo sta portando sull’orlo di un ritorno ad un passato che pensavamo di aver dimenticato, un passato fatto di violenza, di manifestazioni di piazza, di terrorismo e di morti innocenti. Un passato fatto di poteri occulti che in più occasioni hanno cercato di prendere il controllo del Paese con sistemi non certo democratici.
Forse la gente è troppo presa dalla crisi finanziaria, troppo arrabbiata per rendersi conto del pericolo che sta correndo l’Italia. Il ritorno del terrorismo politico, quello cioè legato a ben definiti colori politici (rosso e nero), è molto più realistico oggi di quanto non lo fosse qualche anno fa. Il terrorismo vive e si alimenta di disagio sociale, di diversità, di povertà morale ed economica, ma soprattutto vive e si alimenta sull’impoverimento delle istituzioni democratiche. Come non notare questo impoverimento costante delle Istituzioni?
Negli ultimi mesi la tentazione da parte della politica di dare una svolta autoritaria al Paese si è palesata in più occasioni. Lo scontro tra politica e magistratura, l’ossessione, da una parte e dall’altra, di essere vittima dei soprusi e delle intimidazioni dell’altro, sta facendo terra bruciata del Diritto e sta pericolosamente alimentando pulsioni violente in quella parte della società che si considera isolata. Roba da manuale del terrorismo, perché il terrorismo pesca proprio in questi bacini, tra quelle persone cioè che si sentono isolati dalla società o defraudati dei propri Diritti.
Questo effetto produce la militanza armata o quantomeno una militanza attiva che sfocia nelle ronde, nell’odio verso il diverso (omofobia ecc. ecc.), nel razzismo più o meno celato e infine nell’estremismo ideologico, quello che fa vedere le cose di un solo colore, quello che fa dire “o con me, o contro di me”, insomma quello che genera lo scontro sociale.
Il Presidente Napolitano, da buon esperto politico qual’è, ha visto queste cose e ieri, con un gesto del tutto irrituale, ha convocato la stampa per lanciare il suo appello, il suo monito alle forze costituzionali, alla politica e alla magistratura. Bisogna pesare attentamente quelle parole del Presidente. Quando dice “serve più autocontrollo”, quando dice “occorre ristabilire un clima di collaborazione costruttiva”, oppure quando sostiene che “non si può abbattere un Governo che ha la maggioranza in parlamento”, dice cose che sembrano ovvie ma che in questo momento non lo sono affatto, sono grida di allarme.
In questi giorni all’interno della nostra associazione si sta parlando molto di Diritto in Italia e non possiamo fare a meno di notare che il Diritto in Italia si sta gradualmente ma inesorabilmente impoverendo, trascinando con se il sistema sociale. Non possiamo fare a meno di vedere che lo scontro politico è tutto fuorché costruttivo, non possiamo non vedere lo scontro in atto tra politica e magistratura con alcune forze politiche che fanno di tutto per cavalcarlo (da una parte e dall’altra). Questo non ci piace e per questo condividiamo l’appello/monito del Presidente della Repubblica. I segnali che il sottobosco sociale sta lanciando sono inequivocabili. Occorre quindi ristabilire l’equilibrio tra le Istituzioni e ridare fiato al Diritto prima che sia davvero troppo tardi.
Articolo scritto da Bianca B.