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Kobane, straziente appello telefonico: “aiutateci o verremo sterminati”

13 Ottobre 2014 1 Min Read

L’appello che arriva dal Democratic Union Party (PYD) è di quelli che fanno raggelare il sangue ed è diretto ai loro fratelli curdi iracheni e a tutto il mondo che rimane immobile di fronte al massacro che sta avvenendo nella città siriana assediata dal ISIS.

A rilanciarlo è la Kurd Press. «Kobane sta cadendo, rischiamo il massacro, decine di migliaia di persone sono intrappolate nella città e non abbiamo armi per opporci ai miliziani dello Stato Islamico». Così dice al telefono un combattente curdo che si qualifica come appartenente al PYD. «Chiediamo immediato aiuto ai nostri fratelli del Kurdistan libero iracheno affinché ci inviino al più presto armi per combattere».

Conferma la richiesta di aiuto il rappresentante del PYD a Erbil, Gharib Hasu, che sempre alla Kurd Press dice che ai combattenti di Kobane serve urgentemente un aiuto da parte dei guerriglieri peshmerga. Pur rendendosi conto che i peshmerga hanno i loro problemi a difendere il Kurdistan iracheno, Gharib Hasu dice che se la città di Kobane cadrà anche il Kurdistan iracheno sarà in pericolo.

Intanto, secondo l’Agenzia Rudaw sarebbero centinaia i curdi europei che stanno combattendo al fianco dei loro fratelli a Kobane e centinaia sarebbero bloccati alla frontiera con la Turchia che oltre a non intervenire impedisce qualsiasi rifornimento ai combattenti di Kobane e il passaggio di uomini.

Cresce la protesta nel Kurdistan turco non tanto per l’immobilità di Ankara quanto piuttosto per il suo ruolo attivo nel non permettere che a Kobane giungano uomini, armi e rifornimenti. Rabbia anche verso il Presidente Obama accusato di non fare abbastanza. Inutili gli appelli da parte delle maggiori istituzioni mondiali affinché Kobane non venga lasciata al suo destino. Purtroppo sembra che nessuno, parole a parte, sia interessato ad evitare l’ormai certo massacro.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Sharon Levi

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Written By

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia