Non esiste un diritto al ritorno dei cosiddetti profughi palestinesi

Si torna a parlare di Diritto al ritorno dei cosiddetti profughi palestinesi. A farlo sono alcuni media iraniani che, seguendo le indicazioni del regime, stanno cavalcando la questione palestinese in configurazione anti-israeliana.

Una settimana fa l’agenzia iraniana FARS ha pubblicato una intervista a una cittadina americana che a loro detta da anni si occupa di seguire le vicende dei cosiddetti profughi palestinesi, tale Lousia Lamb, la quale parla di Diritto al ritorno dei cosiddetti profughi palestinesi come se fosse qualcosa sancita dal Diritto internazionale.

«Gli israeliani si rifiutano ancora di riconoscere il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, mentre il diritto al ritorno è chiaramente riconosciuto e protetto dal diritto internazionale. Come dovrebbero comportarsi le Nazioni Unite e gli organismi internazionali per proteggere cinque milioni di rifugiati palestinesi?» chiede l’intervistatore della FARS a questa fantomatica “esperta” americana. In questa domanda c’è tutta la falsità e l’ipocrisia che circonda la vicenda dei cosiddetti profughi palestinesi, che proprio per il Diritto Internazionale profughi non sono. Infatti il Diritto Internazionale non prevede che la condizione di profugo venga trasmessa di padre in figlio mentre nel caso dei palestinesi questo avviene, ma non perché è sancito da qualche regola del Diritto Internazionale piuttosto perché lo ha deciso in maniera del tutto proditoria l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, quella UNRWA di cui noi di Rights Reporter da tempo chiediamo la chiusura in quanto a nostro parere illegale (in questo sito potrete seguire l’evolversi della campagna).

Tralasciamo di riportare le allucinanti risposte date da questa fantomatica “esperta” americana, uno spot che riprende in pieno la retorica palestinese lontanissima dalla verità (pulizia etnica, distruzione di case e ospedali, torture e omicidi ecc. ecc.) quello su cui sembra puntare la campagna mediatica iraniana che mira ad appropriarsi della questione palestinese è il Diritto Internazionale senza però citare un solo passo o un solo articolo del Diritto Internazionale che sancisca questo fantomatico Diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Cioè, il Diritto al ritorno è effettivamente sancito dal Diritto internazionale ma vale per i profughi, non per i loro discendenti che proprio per il Diritto internazionale profughi non sono.

La campagna mediatica iraniana non deve essere sottovalutata. La questione del cosiddetto Diritto al ritorno dei profughi palestinesi è quella che da sempre blocca qualsiasi trattativa per la soluzione dei due Stati ed è da sempre usata dalla dirigenza arabo-palestinese per frapporre un ostacolo invalicabile a qualsiasi soluzione. Con il progressivo abbandono da parte degli arabi della questione palestinese l’Iran punta a ottenere il ruolo di “nuova guida” della cosiddetta resistenza e uno dei passi fondamentali è proprio quello di strumentalizzare l’opinione pubblica con questa vicenda surreale inventandosi leggi internazionali che non ci sono da nessuna parte.

Quindi ribadiamo con forza, ma a farlo dovrebbero essere le istituzioni internazionali a partire dalle Nazioni Unite, che non esiste per il Diritto internazionale alcun Diritto al ritorno per i profughi palestinesi se non per quelli ancora in vita dalla fuga volontaria del 1948 che, a occhio e croce, sono qualche migliaio e non i cinque milioni millantati dalla propaganda iraniana. Proprio per questo motivo ribadiamo con forza anche l’illegalità della della UNRWA, un organismo che lavora chiaramente per produrre ogni giorno nuovi finti profughi palestinesi, che collabora attivamente con Hamas e che ogni giorno fomenta odio verso Israele invece di lavorare per la pace.

Scritto da Antonio M. Suarez