Con l’Iran ci siamo già passati nel 2009 con il Movimento Verde, per la Russia invece le proteste di questa portata sono una novità.
I media e le cosiddette “organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani” fanno a gara per pubblicare i video rubati su Twitter che mostrano i giovani iraniani e russi cercare di opporsi ai loro rispettivi regimi. Come se fosse un grande show e non una tragedia. Si mostrano “solidali e partecipi” ma in realtà puntano solo a qualche click in più, qualche donazione in più o a un po’ di notorietà, ma tutti sanno benissimo che oltre alla “solidarietà virtuale” non possono andare.
È bello avere da queste entità l’illusione che quelle proteste, tutti quei morti e quelle migliaia di arresti possano cambiare qualcosa. Ma se si pensa che in Iran sono centinaia, forse migliaia i giovani arrestati nelle proteste del 2009 di cui si è persa traccia, se si pensa che in Russia sono stati capaci di far sparire nel nulla decine di migliaia di bambini ucraini, come si può davvero pensare che in Iran e in Russia possa cambiare qualcosa?
Ieri sera tutti i telegiornali hanno dato risalto all’uccisione avvenuta in Iran della “ragazza con la coda”, una giovane trasformata in icona, e quindi in un bersaglio, dai soliti “grandi difensori dei Diritti Umani”. Che poi a loro che gliene importa se le piazzano cinque pallottole in petto? L’importante è fare audience, l’importante è cavalcare le proteste ma dal comodo di una poltrona e dietro lo schermo di un PC.
Poi ci sono le cosiddette “resistenze”. Di quella farlocca iraniana, il MEK con sede a Parigi, ne abbiamo già parlato. Sono Ayatollah falliti passati a Saddam Hussein con il quale hanno ucciso migliaia di loro fratelli iraniani e che ora vorrebbero farsi passare per “i buoni”. Odiati in Iran almeno quanto gli Ayatollah. Di resistenza russa invece non se ne è mai sentito parlare e non credo che esista. Fino ad oggi ai russi andava bene Putin e le sue ideologie genocide.
Gli unici che veramente stanno aiutando i ragazzi iraniani e quelli russi sono gli hacker etici che con il loro lavoro cercano di aggirare i firewall di regime che bloccano le connessioni e quindi i contatti con il resto del mondo. Senza il loro lavoro oggi sapremmo ben poco di quello che avviene in Russia o in Iran.
Non facciamoci quindi illusioni su queste manifestazioni in Russia e in Iran, non cambieranno la storia dei due regimi. Come sempre verranno cavalcate vergognosamente da chi sa che sono solo una illusione, ma non ha pudore di approfittarne anche a costo di mettere in pericolo le vite degli attivisti.
Nel 2022 i regimi non cadono con le proteste di piazza ma cadono con le sanzioni e con l’uso della forza. Tutto il resto è solo illusione.