Oggi, parlando degli scontri di ieri a Roma, non voglio nemmeno sfiorare un ragionamento politico, ci pensano gli sciacalli a farlo come ricorda Franco Londei su Secondo Protocollo, voglio invece fare alcune domande al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, persona che personalmente stimo più di tante altre e che è uno dei pochi politici che, piaccia o meno, sta facendo il suo lavoro.
Caro Ministro Maroni, cosa non ha funzionato nella prevenzione? Possibile che gli apparati di intelligence non avessero previsto o intercettato le comunicazione che organizzavano la grande affluenza di Black Bloc alla manifestazione di ieri? Possibile che vi sia sfuggito l’organizzazione capillare con cui questi delinquenti hanno predisposto il sistema di attacco?
Come mai prima che le forze dell’ordine intervenissero è passato tanto tempo? Perché, poi, erano così visibilmente in inferiorità numerica? Quali ordini di ingaggio avevano gli agenti? Nell’impartire questi ordini ci si è fatti condizionare dagli episodi di Genova del 2001?
Si ha l’impressione che nessuno si aspettasse una affluenza così massiccia di criminali. Perdoni la malizia della domanda: c’è stata, da parte di qualcuno, una volontaria sottostima del rischio al fine di danneggiare il movimento degli indignati? Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo, persino eversivo.
Cosa si intende fare con questi delinquenti? Si fa finire tutto qui oppure gli si da la caccia anche nelle loro camere da letto? No perché, non vorremmo che la passassero liscia anche questa volta. Non è possibile che non abbiano lasciato traccia dei loro movimenti telematici e delle loro conversazioni nell’organizzare una battaglia così ben coordinata.
Infine, in un momento sempre più difficile per le forze dell’ordine che si trovano a combattere su diversi fronti e ora anche a dover fronteggiare un momento sociale difficile che non si sa dove potrà portare, quanto incidono gli ulteriori tagli al Ministero che lei presiede visto che già le condizioni in cui operano gli agenti di polizia e i carabinieri sono quasi allo stato pietoso?
Carlotta Visentin