Armi iraniane al Sudan: l’embargo a Teheran non funziona

A confermarlo sono fonti ufficiale dell’esercito del Sudan Meridionale: il Sudan ha ripreso l’offensiva in Darfur e ha attaccato la regione di Abyei dopo che un enorme flusso di armi è arrivato dall’Iran. Tra queste si possono annoverare RPG di ultima generazione, proiettili di artiglieria, missili Grad, proiettili per armi da guerra e di piccolo calibro, ricambi per gli aerei e per gli elicotteri ecc. ecc.

Il fatto curioso è che sia il Sudan che l’Iran sarebbero sotto embargo per quanto riguarda le armi, eppure Teheran riceve armi a getto continuo e le smista a Hezbollah in Libano, ad Hamas nella Striscia di Gaza, ai ribelli in Yemen, ai gruppi islamici in Nigeria e, adesso, al Sudan. Come si può spiegare questa cosa se non la totale inosservanza – da parte di chi dovrebbe far rispettare l’embargo – delle più semplici norme di controllo?

Navi iraniane cariche di armi partono continuamente dal porto di Bandar e-Abbas dirette verso i più virulenti teatri di guerra senza che nessuno, in ottemperanza all’embargo, si degni di controllarne i carichi. E’ dello scorso mese di novembre la scoperta della nave carica di armi destinate alla guerriglia nigeriana e fermata nel porto di Apapa. Un’altra nave è stata fermata prima che arrivasse a portare le armi a Gaza e prima ancora ne era statat fermata un’altra con un enorme carico di armi destinate a Hezbollah. Ma quante ne saranno passate? Nessuno ferma le navi iraniane dirette a Port Sudan dalle quali scaricano i loro container di morte. E che dire degli aerei da trasporto iraniani che quotidianamente arrivano in Sudan via Dubai? Teoricamente per sorvolare i cieli degli Emirati Arabi Uniti i cargo iraniani devono atterrare a Dubai per farsi controllare, ma nessuno li controlla veramente.

Armi provenienti dall’Iran vengono usate contro i civili in Darfur e in Sud Sudan, tutti lo sanno, tutto lo vedono, ma nessuno fa niente. E’ ora di finirla e di mettere una pezza a questa gravissima violazione che fomenta guerre in mezza Africa e in tutto il Medio Oriente. Occorre bloccare le navi iraniane quando sono ancora nel Golfo Persico o, al massimo, nel Golfo di Oman. Ne va della vita di milioni di persone.

E’ chiaro che l’embargo a Teheran non funziona se ditte iraniane riconducibili ai Guardiani della Rivoluzione basate negli Emirati Arabi Uniti fanno quello che vogliono e aggirano l’embargo con estrema facilità tanto da riuscire a vendere persino ricambi di aerei e armi al Sudan che li usa per sterminare i civili.  Per questo è fondamentale interrompere questo flusso di morte che parte dall’Iran e, come una piovra con i suoi tentacoli, si dirama verso quei Paesi o quei gruppi terroristici che per ovvie ragioni non possono comprare le armi sul mercato regolare.

Sharon Levi

2 commenti su “Armi iraniane al Sudan: l’embargo a Teheran non funziona”

  1. Se non fosse che il postante é ebreo-sionista direi che é israeliano. Si scandalizza perche l’Iran vende armi. Non vedo dove sta il problema, é diventato il commercio del futuro. Israele lo esercita da parecchio tempo.
    Ma forse é solo l’invidia di non essere riusciti a vendergliele loro per primi.

  2. se non fosse che il commentante di cui sopra ha deciso di spegnere il cervello, direi che “o ci è o ci fa” .
    ma non puoi paragonare l’iran a Israele! Il sudan di Bashir non è mica un club di gentiluomini!!
    Ma possibile che pur di menarla agli Ebrei certa gente si copre gli occhi anche di fronte a una dittatura islamica (anzi due??)

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