“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Inizia così l’art.21 della Costituzione italiana che garantisce la libertà di stampa. Nell’ambito della libertà di stampa si inserisce il “Diritto di cronaca”quel Diritto cioè che ci permette di raccontare i fatti per come accadono, con ogni mezzo ritenuto idoneo.
Ho fatto questa doverosa premessa perché oggi il Diritto di cronaca sembra essere messo seriamente in pericolo dal DDL intercettazioni, quel decreto legge in discussione alla Camera che di fatto impone un giro di vite alla divulgazione di notizie coperte da segreto istruttorio. In sostanza, se il DDL passerà, i giornalisti non potranno più pubblicare notizie relative a indagine né, tantomeno, stralci di intercettazioni telefoniche relative a indagini n corso. Per chi sgarra, editori e giornalisti, sono previste multe salatissime e persino l’arresto.
Bene, chiaramente la mia è una descrizione molto sommaria di quello che è un DDL ben più complesso che va a toccare le intercettazioni ordinate dall’autorità giudiziaria allo scopo di indagare su reati commessi da persone e/o organizzazioni criminali. Ma questo è un altro discorso che affronteremo a suo tempo. Quello che mi preme oggi è sottolineare un giro di vite sulla libertà di stampa e sul Diritto di cronaca che ricorda molto da vicino i peggiori regimi dittatoriali e che ha l’aggravante di nascondersi dietro a un presunto garantismo (la privacy).
Anche qui occorre fare una premessa per chiarire bene a cosa mi riferisco. La legge, con l’art. 329 del codice di procedura penale, punisce chi viola il segreto istruttorio, che siano magistrati, dipendenti delle forze pubbliche o giornalisti. Tuttavia l’art. 329 individua come violazione del segreto istruttorio quegli atti rivelati al pubblico prima che la persona sottoposta a indagini venga informato dei fatti a lui imputati o per i quali si trova sotto indagine. Il nuovo DDL sulle intercettazioni invece, tra le altre cose, vuole estendere l’art. 329 alla chiusura delle indagini preliminari. Per cui una notizia come quella che riguarda “la cricca degli appalti” non sarebbe potuta essere pubblicata da alcun giornale e nulla si sarebbe saputo delle porcherie che ha fatto questa gente, fatta salvo, chiaramente, la presunzione di innocenza.
La limitazione al Diritto di cronaca e al Diritto della gente di essere a conoscenza di fatti di pubblica utilità, risulta quindi essere palese. Non solo. Per approvare questo DDL ci si fa scudo del Diritto alla privacy. Dato per scontato che il Diritto alla privacy è uno dei Diritti fondamentali e che va tutelato in tutti i modi, con le regole attuali chi si vede vittima di violazione della propria privacy ha i mezzi necessari per far valere i propri diritti e per proporre rivalsa su eventuali danni derivanti dalla violazione della propria privacy o da diffamazione a mezzo stampa. Imprimere un giro di vite su queste leggi ci sembra francamente un atto di prepotenza che tende a limitare il Diritto di cronaca sancito dalla Costituzione e, soprattutto, ci sembra un mezzo subdolo per tacitare le tanti voci di dissidenza. La stampa, oltretutto, è regolata da leggi precise che fanno in modo che chiunque pubblichi qualcosa possa essere facilmente individuabile e, all’occorrenza, perseguibile. Qui non si sta parlando di un mondo quale quello di internet dove le regole non ci sono, la stampa è soggetta a regolamentazioni ben precise.
C’è un ultima cosa, un ultimo rospetto che voglio togliermi dalla gola: perché si accelera tanto sul DDL intercettazioni e non sul DDL contro la corruzione? Oggettivamente mi sembra davvero poco etico, soprattutto in un momento in cui i casi di corruzione negli enti pubblici e addirittura nel Governo emergono con tanta prepotenza. Non è che il motivo di tanto accanimento è proprio questo?
Un fatto è certo: il DDL intercettazioni è una vera e propria mannaia sulla libertà di stampa oltre che a essere un enorme regalo per la criminalità organizzata (ma come detto di questo ne parleremo i prossimi giorni). Personalmente (e con me questa associazione) penso che siamo di fronte a una gravissima violazione dell’art.21 della Costituzione italiana e, soprattutto, siamo di fronte a una deriva autoritaria non degna né di una democrazia né di un paese civile. Per questo chiediamo al Governo di fare un passo indietro e di ritrovare quella dignità necessaria a guidare un Paese civile. I alternativa chiediamo a chiare lettere al Presidente della Repubblica di non firmare questo controverso e dannosissimo DDL.
Bianca B.