Gaza: Israele chiede che la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità

6 Febbraio 2018

La situazione nella Striscia di Gaza si avvicina sempre più pericolosamente al punto critico dal quale poi sarà impossibile recedere. Ma a differenza di quanto dicono gli speculatori di professione e gli odiatori seriali, la colpa non è del cosiddetto “blocco israeliano”. Ogni giorno entrano migliaia di tonnellate di aiuti umanitari da Israele. Le cause di questa drammatica situazione sono altre e tutte da individuare nell’area palestinese.

La lite tra Hamas e Fatah (ANP) continua

Il processo di riconciliazione tra Fatah e Hamas ha raggiunto un punto di stallo senza che nessuna delle due parti voglia scendere a compromessi, congelando così l’attuazione degli accordi raggiunti al Cairo. Questo determina per la Striscia di Gaza una situazione drammatica sotto l’aspetto umanitario perché impedisce di fatto quegli interventi di emergenza di cui Gaza avrebbe terribilmente bisogno.

A questo va aggiunto che l’Egitto non ha aperto il valico di Rafah come invece aveva promesso di fare e che anche gli interventi finanziari promessi dai Paesi donatori sono bloccati in attesa di capire chi gestirà il denaro (causa principale della lite tra Hamas e Fatah).

Il risultato è che la Striscia di Gaza continua ad avere gravissimi problemi infrastrutturali con l’energia elettrica che viene erogata solo per poche ore al giorno, l’acqua potabile quasi irreperibile, la condizione del sistema fognario allo stremo, ecc. ecc. A questo va aggiunto una disoccupazione che sfiora il 50%, il blocco pressoché totale delle esportazioni perché senza elettricità è impossibile produrre, la scarsità di generi di prima necessità a partire dai medicinali sui quali Hamas sta facendo un vero e proprio mercato nero nonostante si tratti di donazioni, un’opera di estremo sciacallaggio sulla quale nessuno fiata nonostante la sua gravità.

Israele chiede che occidente e Paesi arabi si assumano le loro responsabilità

In Israele è ben chiara la drammatica situazione in cui versa la Striscia di Gaza. Gli allarmi da parte degli esperti sulla possibilità che la situazione esploda e che porti a un nuovo conflitto si fanno sempre più pressanti. Anche il governo israeliano è preoccupato tanto da proporre un piano d’emergenza da un miliardo per ovviare alle mancanze degli arabi e delle comunità internazionale.

Ed è proprio alla comunità internazionale che Israele rivolge le sue critiche. Per troppo tempo si è continuato a inviare denaro alla Striscia di Gaza senza nessun controllo, lasciando che Hamas usasse quel denaro per acquistare armi, scavare tunnel e pagare gli stipendi dei terroristi senza interessarsi minimamente della situazione della popolazione. Non solo, si è continuato spudoratamente a dare la colpa al cosiddetto “blocco israeliano”, un blocco che però non c’è salvo che per le armi e i materiali a doppio uso che potrebbero essere usati da Hamas per costruire armi.

La comunità internazionale non può più continuare a sottrarsi alle proprie gravissime responsabilità su come ha trattato la vicenda della Striscia di Gaza lasciando che i terroristi di Hamas facessero il bello e il cattivo tempo a discapito della popolazione. Non si può continuare a incolpare Israele quando le responsabilità sono palesemente di altri.

Da parte araba poi il disinteresse è assoluto. Persino il Qatar, bancomat di Hamas, ha interrotto i finanziamenti mentre gli altri Stati arabi, a partire dai sauditi, considerano Hamas alla stregua di un gruppo terrorista ma lasciano che affami la popolazione.

Il rischio di un nuovo conflitto

Il rischio, più volte ventilato dagli esperti israeliani, è quello che Hamas e sicuramente anche l’Iran approfittino della drammatica situazione per forzare un conflitto. A loro non importa nulla della situazione in cui versa la popolazione di Gaza, a loro interessa usare il malcontento (artificiosamente indirizzato verso Israele) per organizzare un nuovo conflitto.

La comunità internazionale non può ignorare questo rischio e invece di proporre nuovi finanziamenti dovrebbe chiedere che Hamas faccia un passo indietro e lasci l’amministrazione di Gaza. Ma fino a quando si continuerà ad avvallare con il silenzio/assenso il dominio di Hamas la Striscia di Gaza e la sua gente continuerà ad essere ostaggio delle mire belliche dei terroristi e dei loro alleati iraniani.

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Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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